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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Náttúra” – Björk
La moda cambia passo e anche vocabolario. La necessità di rendere sostenibile il guardaroba sta rivoluzionando usi e costumi – ricordiamo che l’industria della moda è una delle più inquinanti al mondo-. Inizia con urgenza un percorso destinato a cambiare l’approccio all’acquisto così come stanno cambiando i materiali utilizzati e le tecniche di lavorazione degli indumenti e degli accessori.
Per capire meglio cosa indossiamo e cavalcare l’onda della rivoluzione in atto, cominciamo a leggere le etichette dei prodotti che acquistiamo e, soprattutto, cominciamo a comprenderle. La consapevolezza passa attraverso la conoscenza, anche dei vocaboli moda più gettonati in questo periodo, molti dei quali sono in inglese. Obviously!
lo sono tutti gli indumenti realizzati con fibre naturali non trattate con additivi chimici e a basso impatto ambientale, come ad esempio la canapa, la lana organica e il cotone organico.
è tutto ciò che può degradarsi naturalmente senza creare effetti negativi sull’ambiente. Tutti i tessuti naturali sono biodegradabili, a differenza dei tessuti a base sintetica – poliestere, nylon – che impiegano più di 200 anni per decomporsi.
significa riutilizzare gli oggetti per creare un prodotto di maggiore qualità. Nel caso dei vestiti, calcolando che l’80% del guardaroba rimane inutilizzato, l’upcycling può essere una risorsa fondamentale per evitare gli sprechi. Nell’upcycling pre-consumer si utilizzano gli scarti di tessuto per confezionare nuovi articoli; nell’upcycling post-consumer sono i vestiti già usati ad essere modificati.
Senza crudeltà sono tutti i prodotti – abiti, accessori, cosmetici – realizzati senza l’utilizzo di materiali di origine animale a favore di materiali alternativi, versatili e, in alcuni casi, sorprendenti.
la LAV – Lega Anti Vivisezione – ha realizzato il Fur-Free Program con il quale promuove lo sviluppo di relazioni con le aziende della moda che vogliono abbandonare l’utilizzo di pellicce. Ormai le “pellicce non pellicce” realizzate con materiali lontani dalla pelliccia di un animale vivo, sono ancora più alla moda oltre ad essere caldissime, colorate e ultra fashion.
Sono tutti i materiali realizzati da coltivazioni senza uso di fertilizzanti sintetici, OGM – organismi geneticamente modificati -, fanghi di depurazione o altre sostanze chimiche.
Per chi abbia bisogno di orientarsi al meglio nel nuovo mondo della ethical fashion, può utilizzare l’app Good on you che si occupa di mappare la moda etica, classificando i vari brand rispetto alle condizioni di lavoro, all’impatto ambientale e allo sfruttamento degli animali.
Written by: Orietta Giorgio
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