Intervista a Davide Shorty all’Eur Social Park: ascoltarsi e ascoltare
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Fratelli d’Italia” – Inno di Mameli
Ormai è chiaro che tutti noi siamo diventati dipendenti da due cose: il ventilatore (o il condizionatore, se siete dotati del dono dell’aria condizionata) e del televisore.
Il secondo non è stato nominato a caso, ovviamente. Tutti noi speriamo di vedere l’Italia vincere altri ori alle Olimpiadi e di poter, quindi, sentire il nostro inno nazionale accompagnato dal tricolore.
E a proposito del nostro inno…quanto ne sapete?
Se vi state chiedendo “cosa?“, beh sappiate che è il vero nome dell’Inno di Mameli, anche conosciuto come Fratelli d’Italia.
È stato scritto durante i moti del 1847, durante le battaglie per la libertà e il mantenimento della Repubblica Romana, formatasi dopo che l’ultimo Papa-Re, Pio IX, scappò dalla città.
Goffredo Mameli inizialmente scrisse sette strofe intervallate da un ritornello, ispirandosi a La Marsigliese -l’inno nazionale francese, per chi non lo sapesse-, ma una di queste, dedicata alle donne rivoluzionarie, venne cancellato dallo stesso poeta. Sicuramente venne composto nell’ottobre del 1847, ma gli studiosi si stanno ancora interrogando se il giorno preciso fosse l’8 o il 10.
Una volta che fu messo in musica da Michele Novaro, la sua diffusione avvenne a macchia d’olio tra le persone, ma questo Goffredo Mameli non credo lo saprà mai. Fu ferito quando la Repubblica Romana cadde e quando i garibaldini lasciarono la città, cantarono la sua canzone passando davanti all’ospedale dove era ricoverato e dove morì per le ferite riportate.
Il componimento dell’eterno 21enne non divenne però il primo inno italiano. Tale onore va a La Marcia Reale, il brano ufficiale della Casa Savoia, perché Fratelli d’Italia risultava poco consono. Dobbiamo aspettare il 12 ottobre – sempre in questo mese, fateci caso- 1946 perché diventi inno italiano.
Il lavoro di Mameli ebbe un grande riscontro, forse perché trasmetteva una profonda idea di fratellanza. E ciò mi riporta alle parole che mi ha detto Alessia Muroni, un’atleta italiana, sull’argomento:
“Io non sono così nazionalista, perché alla fine dipende tutto da dove nasci. Ma è un orgoglio sentirlo. Anche quando vai all’estero, si fa amicizia con gli altri italiani e ti senti come parte di una grande famiglia”
(Alessia Muroni)
Ma non è di certo la sola ad avermelo detto. Voi concordate?
Written by: Aurora Vendittelli
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