I botti di Capodanno: un’annosa questione. Se da un lato è praticamente impossibile rimanere indifferenti a quegli spettacolari fasci di luce colorata che trasformano il cielo stellato in un palcoscenico di danze luminose di un’altra galassia, dall’altro queste piccole esplosioni comportano, come tutte le reazioni chimico-fisiche del medesimo genere, una serie di assordanti boati.
Certo, si tratta pur sempre di semplici suoni, ma è facile comprendere che, se alcuni di noi ne rimangono molto infastiditi, soprattutto quando si protendono per ore ed ore, possiamo solo immaginare che effetto abbiano sugli animali domestici e selvatici, che oltre ad essere del tutto ignari di cosa stia accadendo intorno a loro, possiedono anche un udito molto più sviluppato di quello umano.
La soluzione in grado di evitare un pesante stress a queste creature senza tuttavia compromettere quel tocco di magia che solo dei bei fuochi d’artificio coreografici possono donare a matrimoni, compleanni, eventi speciali e festività importanti come la notte di Capodanno, ci è stata svelata in tutto il suo splendore a Banff, in Canada, luogo in cui per la prima volta sono stati utilizzati fuochi d’artificio silenziosi: quale posto migliore della città canadese maggiormente immersa nell’omonimo Parco Nazionale, pullulante di alci, lupi, cervi e bisonti, per sperimentare la riuscita di fuochi a zero inquinamento acustico?
L’iniziativa è stata incoraggiata dal vicesindaco della città Corrie Di Manno in occasione del Canada Day tenutosi lo scorso 1° Luglio.
Gli effetti speciali fatti di cascate, fontane e girandole, hanno ottenuto un tale apprezzamento tra gli spettatori di quel giorno, da aver attirato l’attenzione di molti altri Paesi, tra cui va menzionata anche l’Italia, dove i sindaci di molti comuni, in accordo con le associazioni animaliste, stanno lentamente provvedendo a seguire questo buon esempio.
Una riflessione emerge da questa notizia, il cui elemento centrale è certamente rappresentato dalla presa di coscienza dell’impatto che un’arma-oggetto coreografico quale il fuoco d’artificio può avere, alla stregua di una pistola o un coltello: adesso che finalmente qualcuno si è mosso nella direzione della sensibilizzazione verso il benessere degli esseri viventi diversi da noi, perché non spingere contestualmente in maniera più decisa verso una concreta campagna di consapevolizzazione sui pericoli dei piccoli e medi esplosivi anche da un punto di vista umano?
Solo in Italia, il numero delle vittime di prodotti pirotecnici è in costante crescita, ed il bilancio dei feriti causato dall’uso improprio dei botti di Capodanno di tre giorni fa ha raggiunto la cifra di 216 individui, di cui 44 ricoverati e 2 in gravi condizioni: è tempo di lavorare non solo sul silenziamento del pericolo, ma anche sul rendere la totalità delle persone consce di cosa si sta accendendo o mettendo in mano ad un bambino.
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