Per quanto negli ultimi anni l’innovazione e la ricerca medica abbiano portato ad una maggior efficacia e ad una minima invasione negli interventi di protesi al ginocchio, un’operazione di questo tipo è sempre meglio evitarla. Non garantisce, infatti, un totale recupero delle funzioni motorie antecedenti l’intervento. Una delle principali patologie per cui è consigliata questa tipologia di procedura è l’osteoartite, che si presenta come una degenerazione della cartilagine, la quale progressivamente si assottiglia portando a forti dolori e mobilità ridotta. Ed è proprio qui che l’innovazione medica viene in aiuto.
Al fine di poter evitare eventuali interventi sostitutivi, l’azienda californiana Moximed ha sviluppato il Calypso Knee System: si tratta di un ammortizzatore attaccato tra femore e tibia; la sua funzione è quella di assorbire parte del carico sul ginocchio così da ridurre lo stress sull’articolazione. Quando il ginocchio si estende, l’ammortizzatore in policarbonato uretano (PCU) si comprime assorbendo parte del carico; quando invece si flette, il sistema si decomprime in modo passivo.
Il dispositivo è stato impiantato per la prima volta negli Stati Uniti presso l’Ohio State University Wexner Center, dal dottor David Flanigan, un chirurgo ortopedico, il quale afferma:
Funziona come un ammortizzatore che elimina la pressione all’interno del ginocchio ed allo stesso tempo crea un cuscinetto simile a quello fornito dalla cartilagine in un’articolazione sana. La speranza è che aumenti la funzionalità articolare, riduca il dolore e ritardi un’artroplastica totale del ginocchio per anni o addirittura decenni.
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