Soundtrack da ascoltare durante la lettura: La Scala di Seta- Overture – Gioacchino Rossini
La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia
Il 21 settembre del 1860 muore a Francoforte sul Meno Arthur Schopenhauer, filosofo tedesco che ha avuto il pregio di unire le conoscenze della filosofia orientale con i dogmi del pensiero europeo. Uno dei temi fondamentali della filosofia di Schopenhauer riguarda l’illusorietà della vita, in cui l’uomo brancola convinto di conoscere la realtà che lo circonda.
Il velo di Maya
Secondo il noto filosofo tedesco, gli uomini vedono la realtà filtrata dal Velo di Maya. Maya è una parola sanscrita ricorrente nelle dottrine religiose orientali e che ha per significato creazione e illusione. Schopenhauer definisce questa falsa percezione della realtà col nome di fenomeno, termine ripreso da Kant, una realtà soggettiva più vicina al sogno che alla concretezza.
C’è poi il noumeno, termine anch’esso coniato da Kant, e che rappresenta il mondo per come è realmente. Per Schopenhauer il noumeno è raggiungibile tramite un viaggio spirituale che consiste di tre tappe: l’arte, l’etica e l’ascesi. La prima riguarda l’abbandono della soggettività umana e la contemplazione dell’oggetto in sé, estrapolato dalla sua illusorietà. La seconda, l’etica, è divisa in due tappe: la giustizia, vista come negativa, perché incentrata nel combattere l’egoismo e nel non fare del male, e la carità, vista come positiva poiché incentrata nel fare del bene e nell’amare incondizionatamente il prossimo, comprendendo che i mali che lo attanagliano sono i mali che attanagliano l’intero genere umano. Infine la terza tappa consiste nel distacco e nella negazione di qualsiasi esistenza che si realizza nell’annullamento della volontà di vivere e nel conseguente raggiungimento del Nirvana.
Questi concetti possono essere visti oggi, in maniera ovviamente più semplicistica e applicata, per quanto riguarda l’approdo dei media e della tecnologia. Se ci si sofferma un attimo, il mondo che noi conosciamo è costantemente filtrato da realtà, come la televisione, che ci riportano notizie che diamo per vere, essendo ovviamente a digiuno riguardo dati argomenti.
Tale potere mediatico ha dato il via ad un susseguirsi di false notizie, o di notizie vere ma costruite in modo da generare una determinata emozione nel lettore o ascoltatore, per far sì che la massa venga guidata su determinati argomenti. Questa illusorietà è stata spesso portata all’eccesso da parecchi autori di fantascienza, uno su tutti Philip Dick, da altri più prettamente legati al fantastico e precedenti l’era tecnologica, come Howard Lovecraft, la cui realtà non è popolata dall’era della televisione, ma da mostri che simboleggiano la grandezza e l’ignoto e soprattutto il vero che si cela dietro la facciata.
In questi racconti il protagonista non riesce più a discernere la verità dalla menzogna e la realtà che consociamo sembra nascondere altro. Spesso e volentieri il contatto con la verità, con il noumeno, è traumatico, perché l’uomo comune tende da sempre a vivere nella sua soggettività. Una visione simile, sebbene presenti sicuramente dei punti di conflitto, dimostra come il pensiero di Arthur Schopenhauer, proprio per il suo carattere universale, riesca a toccare vari ambiti e si evince che la percezione di una realtà instabile e illusoria sia un sentimento percepito da molti e mai completamente infondato.
Nonostante la brevità della sua carriera Jaco Pastorious ha ridefinito il suono del basso elettrico, rendendolo in tutto e per tutto uno strumento solista capace di suonare simulatamente accordi, armonici e melodie.
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