Qual è la strada migliore per andare da un punto A a un punto B? La più corta e veloce, chiaro… ma ne siamo proprio sicuri?
La nostra corteccia cerebrale è la più spessa esistente: costituisce il 75% del volume del cervello umano, mentre quella di un roditore rappresenta solo il 30% del totale. A contribuire a tale differenza, la maggiore lunghezza dei nostri dendriti, ovvero quelle ramificazioni responsabili del passaggio del segnale elettrico da un neurone all’altro.
Grazie ad una procedura degna di nota, consistente in un prelievo di tessuto cerebrale da sessione neurochirurgica su paziente epilettico e immersione in un simil-liquor cerebrospinale per mantenerlo vivo, dei ricercatori del MIT sono riusciti a registrare l’attivitá elettrica di singoli neuroni corticali.
Tale attività risulta indebolirsi piú velocemente rispetto ad altre specie proprio perché deve percorrere distanze maggiori in tempi piú lunghi.
Questo apparente svantaggio permette però qualcosa di unico: una maggior distribuzione elettrica, che fa sì che le diverse unità dendritiche siano più indipendenti e riescano così a processare una maggiore quantità di informazioni.
I neuroni hanno sempre qualcosa da insegnarci: prendere il percorso più lungo non è sempre un male, anzi. Nella complessa neurofisiologia dei dendriti, la strada più lunga ci permette di organizzarci e analizzare le cose in modo diverso, probabilmente il più performante tra tutte le specie viventi.
Di Andrea Valitutti
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