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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “The Greatest Show” – The Greatest Showman
Non so se lo sapete o se vivete in una bolla, completamente esclusi dal presente e dagli eventi, –o se, semplicemente, vivete fuori Roma- ma c’è stato il Romics.
Una fiera che accoglie e raccoglie gli appassionati di fumetti, serie tv, manga, cartoons ecc… Ci sono stati tre tipi di persone, che invece di chiamare tipo 1,2 e 3 –troppo banale- useremo dei nomi.
Perciò chiedo gentilmente a tutti gli Ash, Marco e Sofia di non offendersi se non hanno vissuto il Romics in questo modo o se non si sentono rappresentati. –o per altri motivi a me ignoti-.
Marco sta iniziando ad immergersi in questo mondo.
Ha una passione per i videogiochi, per l’informatica e preferisce di gran lunga i computer alle persone.
Per la prima volta ha deciso di uscire dal suo guscio, comprando un biglietto per la fiera.
Inutile dire che sia rimasto incantato dal padiglione videoludico.
Dopo un veloce sguardo al resto, si è guadagnato un posto all’angolo Arcade e ci è rimasto per tutta la giornata, ignorando abilmente le insegne a neon dei tatuatori. –si, quest’anno c’erano anche loro-.
Ma, ovviamente, Marco non poteva monopolizzare quelle macchine, perciò ha approfittato anche degli insegnati di combattimento medievale per impugnare una spada e sentirsi Aragorn. Per non parlare poi dello stand di LOL e dei computer allestiti ad hoc…
Anche Sofia è nuova all’universo “romicsiano”.
A differenza di Marco, che forse ha visto di striscio mentre si faceva un giro nel padiglione dei Giochi, lei non è interessata a questo mondo.
È una persona “ordinaria” –leggere: “non-nerd”, o “normie” se si vuole usare il gergo del luogo– attratta dalla curiosità. Com’è questa fiera? Perché tutti quelli che ci vanno ne parlano bene? Proviamo.
E quindi eccola lì, a girare tra i padiglioni, abbagliata dai colori e dagli abbigliamenti. Non riesce a staccare gli occhi delle persone con parrucche improbabili, occhi inquietanti e vestiti che non avrebbe mai immaginato qualcuno potesse indossare.
Gira e si diverte, contagiata dallo spirito degli altri, così eccitati e divertiti. Mangia ramen in scatola per la prima volta, facendosi spiegare come si mangiano da qualcuno fermato per caso. Si firma anche sul Wall for Peace e resta incantata dai disegnatori.
Quando torna a casa, le sue parole, addolcite da un sorriso che non è ancora scomparso, sono: “Un’esperienza da fare, forse anche più volte. “
Ash è un cosplayer e non ha mai perso un Romics.
Dopo sei mesi di impegno, avanza nella folla con fierezza, riconoscendo subito i milioni di cosplay di Genshin Impact, di The Promised Neverland, di Saint Seiya (I Cavalieri dello Zodiaco) –che non mancano mai– e tutti i Gedi.
Inizia a fare il giro dei padiglioni. 5 aperti, nota. Meno delle altre volte.
Cresce la confusione, quando vede che gli stand non sembrano organizzati in modo logico e che, anzi, appaiono anche essere meno delle altre volte.
Gira come un’ape tra gli stand di manga, dando un’occhiata anche al fumetto dell’Aeronautica Militare. –dopotutto non capita spesso di vedere dei militari in divisa a questa fiera. Escludendo i cosplayer delle forze dell’ordine, ovviamente-.
Ed in effetti sa, per quanti difetti possa trovare, che il Romics è pur sempre il Romics e che se lo godrà sempre sorridendo.
Written by: Ro Vendittelli
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