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Cultura

Il qui e ora di Henri Cartier-Bresson

today2 Agosto 2020

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “La Noyée” – Yann Tiersen

Lasciatevi catturare dalle linee di una scala che dividono la strada e da una bici che sfreccia o dal sorriso fiero di un bambino che passeggia. Immergetevi negli scatti di Henri Cartier-Bresson, guardateli prima di sfuggita, poi tornate sulla foto, vi lascerà una sensazione bellissima.

Henri Cartier-Bresson, figura influente e preziosa definita “l’occhio del secolo”, ha impresso su pellicola persone, eventi, fatti che hanno segnato la storia del Novecento. Per molti è stato il più grande, per tutti il maestro che ha cambiato il modo di osservare la realtà e di pensare la fotografia.

Con la sua Leica 35 mm, fedele compagna di viaggio, ricerca equilibrio e naturalezza. Il trucco è: “testa, occhio e cuore, e un’infinità di scatti prima di trovare quello perfetto, che abbia tutti gli elementi al posto giusto”.

Le immagini che ci ha lasciato sono, tranne rari casi, tutte senza posa, caratterizzate da realismo e spontaneità. Non è interessato a ritratti con sorrisi di circostanza. Egli osserva la vita quotidiana e ne coglie gli aspetti più sfuggenti e profondi. Si rende conto che per far apparire un scatto naturale, l’unico modo è quello di non fare capire che si sta fotografando.

I suoi soggetti preferiti sono le figure umane immerse in scorci urbani o paesaggi, linee, curve, forme geometriche che ne fanno da cornice. Ogni foto parla la propria lingua ed è capace di adattarsi al presente di chi la osserva.

Durante la sua carriera ha ritratto le più disparate personalità: Truman Capote e Coco Chanel, Marcel Duchamp e Marilyn Monroe, Mahatma Gandhi, Richard Nixon, Ezra Pound, Martin Luther King, Jean-Paul Sartre, Igor Stravinsky e Henri Matisse. La fotografia è stata senza dubbio il suo più grande amore, ma perse la testa anche per la pittura e il cinema.

Fino a 20 marzo 2021 potrete trovare la Master Collection -385 scatti- di Cartier-Bresson in mostra a Venezia nello storico Palazzo Grassi.

Written by: Francesca Lequaglie

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