fbpx
play_arrow

keyboard_arrow_right

skip_previous play_arrow skip_next
00:00 00:00
playlist_play chevron_left
volume_up
chevron_left
  • play_arrow

    Young ASCOLTA LA DIRETTA

  • play_arrow

    Deep

  • play_arrow

    Relax

  • play_arrow

    Passion

News

Il primo batterio con DNA compresso

today20 Maggio 2019

Background
share close

Un team di ricercatori di Cambridge è riuscito a sintetizzare interamente il materiale genetico di un batterio molto diffuso, l’Escherichia coli.

Era il 2007 quando venne codificato per la prima volta in laboratorio un essere vivente semi-sintetico, chiamato Syn 1.0. Da allora la capacità di progettazione al computer del DNA è progredita continuamente, finché la settimana scorsa, stando a quanto riportato da New York Times, un gruppo di ricerca guidato dal biologo Craig Venter ha creato il primo batterio sintetico, costruito in laboratorio, dotato del patrimonio genetico necessario per farlo sopravvivere.

Syn 3.0

Prima di questo studio, il tratto più lungo di DNA che era stato sinteticamente codificato era lungo circa un milione di segmenti. Il dato più significativo è rappresentato dal fatto che questo nuovo genoma batterico sia ben quattro volte più lungo.

Il nome ufficiale è Syn 3.0, ha appena 473 geni e ognuno di essi svolge una funzione indispensabile alla vita. La caratteristica principale di questo nuovo batterio è il numero di geni inferiore ad un normale EC, ma come mai?

In natura il codice genetico comprende 64 codoni per controllare la produzione delle proteine, 61 dei quali codificano gli amminoacidi, mentre i restanti servono come segnale di stop durante la sintesi delle proteine.

Il nuovo genoma sintetico comprende solo 61 codoni in tutto, in particolare hanno ridotto il numero di quelli atto a codificare per l’amminoacido serina (considerato ridondante nel DNA e non necessario per lo sviluppo dell’organismo), e ridotto a due quelli dei segnali di stop. Questo non ha però compromesso la vita del batterio, che è riuscito a svilupparsi e a vivere normalmente.

Il risultato è la prova, almeno iniziale, che il codice genetico può essere compresso eliminando le ridondanze e senza compromettere le possibilità di sopravvivere di un organismo.

Written by: Edoardo Perrone

Previous post

Realtà-Virtuale-Tecnologia

News

La VR potrà “colpire” il videogiocatore

Un gruppo di studenti ha messo a punto un robot che implementa il contatto fisico nella realtà virtuale Esperienze come l'HTC Vive e l'Oculus Rift ci hanno mostrato che ormai è possibilissimo entrare comodamente in un mondo virtuale da casa, grazie ai visori che permettono un'esperienza talmente profonda da ingannare il nostro cervello fino a provocarci la "motion sickness" (quella sensazione di nausea dovuta al fatto che il cervello reagisce […]

today18 Maggio 2019

Post comments (0)

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0%