Il Ponte delle Spie è un film del 2015 diretto da Steven Spielberg, e con protagonista Tom Hanks.
Il film narra della storia dell’avvocato statunitense James Donovan, ritrovatosi a dover prendere in carico la difesa di Rudolf Abel, sospettato di essere una spia sovietica, in piena Guerra Fredda (la pellicola è ambientata nel 1960).
Nel film sono trattate tutte le vicende realmente accadute: il processo ad Abel, la cattura del pilota statunitense Francis Gary Powers da parte dell’Unione Sovietica e dello studente Frederic Pryor da parte della Germania Est, e infine la trattativa che portò allo scambio di prigionieri e alla liberazione del pilota e del ragazzo, in cambio della libertà di Abel.
Il film in sé è un must per chi ama i thriller, e la presenza di Tom Hanks rassicura sulla qualità del cast (anche se l’unico Oscar vinto da questo film lo ha preso l’attore che interpreta Rudolf Abel, l’inglese Mark Rylance); inoltre anche la regia e la scenografia aiutano molto ad immergersi nei toni della vicenda, con questi toni freddi e cupi che persistono in quasi tutto il film. Questa pellicola vuole un po’ rompere il romantico ideale della spia “alla James Bond”, mostrando il lato prettamente umano delle spie; e riesce perfettamente a trasmettere anche la tensione che si viveva in quel periodo, dovuta principalmente alle reciproche minacce di adoperare armamenti atomici.
Fino a qui si è parlato della trama in sé…allora perché quel titolo?

Il film verte principalmente sulla capacità argomentativa di James Donovan: nonostante quello che si stava celebrando nei confronti di Rudolf Abel fosse un processo fittizio, lui in quanto difensore cerca comunque in ogni modo di evitare il peggio per il suo assistito, riuscendo in primo grado ad evitargli la condanna a morte, e addirittura si presenta alla Corte Suprema di Washington per fare ricorso alla sentenza precedente pronunciando un discorso fuori dal comune, nel quale mai nega il fatto che il suo assistito sia una spia. Nella seconda parte del film invece possiamo vedere come, grazie alla sua arguzia, l’avvocato Donovan riesce a liberare il pilota Powers e lo studente Pryor, nonostante i due statunitensi fossero stati catturati da due stati diversi, l’URSS e la DDR.
In tutto il film non si assistono a fughe rocambolesche, sparatorie o operazioni militari su larga scala, ma ammiriamo esclusivamente l’abilità retorica di un uomo che, facendo leva su dei giochi di potere, porta a casa due piccioni con una fava.
Questa pellicola mostra,quindi, come dovrebbe essere un avvocato, o più in generale, chiunque si occupi di legge: non deve badare ai guadagni, o al favore dell’opinione pubblica, ma deve perseguire esclusivamente la giustizia, quella vera, delle leggi e dei codici; e non la giustizia delle piazze, degli interessi politici o delle necessità di governo.
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