Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “God’s Plan – Drake”
La scorsa settimana ci siamo lasciati con un punto di domanda: riuscirà il nuovo organo ministeriale bipartito ad adottare adeguate e tempestive misure contro le numerose scosse di assestamento che l’istruzione italiana sta subendo? Di certo oggi, a così pochi giorni di distanza dalla formulazione del quesito, risulterebbe a dir poco prematuro arrischiarsi a fornire una risposta; tuttavia, nulla ci vieta di esprimere delle prime, timide considerazioni: ad esempio, che qualcosa sembra si stia iniziando a muovere, vista la presentazione del Piano di intervento finalizzato alla riduzione dei ben noti divari territoriali nell’ambito dell’istruzione italiana tenutasi ieri all’interno del Ministero dell’Istruzione.
Con questo Piano, indirizzato agli istituti situati nelle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, si mira ad approntare una svolta nel secolare e duro a morire divario tra Nord e Sud, stavolta per quanto concerne la differenza a livello di apprendimento degli studenti e delle studentesse nelle due parti d’Italia. Un passo decisivo per contribuire ad abbattere il mito delle “due Italie” e per dare nuovo impulso all’istruzione di tutti.
Come spiegato dalla Vice Ministra Anna Ascani, dal Presidente dell’Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio (ACRI) Francesco Profumo, e dal Dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) Roberto Ricci, il piano prevede, con il supporto dei dati raccolti attraverso le rilevazioni INVALSI, il livello di autovalutazione che la scuola si assegna, i risultati scolastici, le assenze degli studenti, e ancora l’entità dei finanziamenti PON, la quantità e tipologia di progetti e infine le caratteristiche strutturali principali della scuola, di andare ad apportare interventi organici e materiali grazie alla comprensione a tutto tondo degli elementi che vanno a incidere sulle difficoltà di apprendimento degli studenti all’interno di quelle scuole del Mezzogiorno categorizzate come “in difficoltà” o “in forte difficoltà”:
[…] Diamo il via libera a un piano organico, che coinvolge tutti gli attori in campo. La scuola non può e non deve essere lasciata da sola a fronteggiare divari territoriali e dispersione scolastica che dipendono da una serie di concause. Oggi, insieme, prendiamo un impegno per ridurre in maniera strutturale gli ostacoli all’effettiva creazione di pari opportunità nel nostro Paese.
Anna Ascani
Sulla base di questo, infatti, sarà possibile effettuare il decisivo step successivo, ossia la stipulazione di quelle alleanze non solo tra ministero e istituto, ma anche tra scuole ed enti locali, per lavorare sulle criticità degli studenti di ciascun luogo dell’apprendimento in maniera efficace e personalizzata. Perché ogni problema è un mondo a sé, e come tale andrebbe trattato:
Con il Piano di intervento per la riduzione dei divari territoriali in istruzione si promuove un’alleanza tra le scuole e le forze più vive del territorio, Enti Locali, Associazioni del Terzo Settore, Fondazioni di comunità, Parti Sociali, che può favorire con progetti condivisi e di lungo periodo la presa in carico e il successo scolastico dei ragazzi più difficili per permettere loro di affrontare con maggiore sicurezza la vita adulta e la transizione al lavoro.
Francesco Profumo
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