Con il Tempo abbiamo un rapporto complesso: a volte vorremmo passasse velocemente, altre fermarlo, altre ancora percorrerlo all’indietro.
Ma, come disse il buon Endel Tulving, l’unica macchina del tempo al momento a nostra disposizione è la nostra Memoria.
Tempo e spazio sono vissuti come interconnessi in molte culture e società.
E se usassimo il muoverci nello spazio per viaggiare nel tempo dei nostri ricordi?
È quello che hanno fatto, in una serie di sei esperimenti, dei ricercatori inglesi. I risultati sono alquanto sorprendenti: camminare all’indietro, o anche solo immaginare di farlo dopo aver memorizzato nuove informazioni (parole, immagini, scene del crimine…), permette di ricordarle meglio.
Assumendo che i nostri ricordi siano organizzati nella parte più posteriore di una linea temporale, muoversi all’indietro ci aiuterebbe ad attraversare questa linea e riportarci al momento in cui abbiamo immagazzinato l’informazione.
Questi risultati supportano una concezione multimodale della cognizione che unisce azioni e memoria, spazio e tempo, aprendo prospettive importanti per la stimolazione dei deficit di memoria, come nel caso della Demenza.
E da qui si aprono molte domande sulla nostra mente e su quello che processa mentre pensiamo e ricordiamo.
Ad esempio, nel leggere questo articolo, a nessuno è venuto da pensare all’immagine dei gamberi che camminano all’indietro?
Di Andrea Valitutti.
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