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Cultura

Facciamolo strano… il Natale

today21 Dicembre 2020

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “A Natale puoi” – Roberta Bonanno

Natale è alle porte e quest’anno sappiamo di dover rinunciare a qualcosa. È stato un anno particolare, inaspettato e anche indesiderato, possiamo riconoscerlo. Se nell’ultimo mese dell’anno vi sembra che i conti fatichino a tornare, non stupitevi, perché qualcosa effettivamente manca: primo tra tutti il contatto. Non a caso, il Distanziamento in persona, munito di mascherina, assegna il Premio Internazionale per il gesto più inconsueto dell’anno 2020 all’Abbraccio.

Dicembre però non è solo il mese delle valutazioni, ma anche quello dei festeggiamenti. Abbiamo addobbato gli alberi, abbiamo costruito i presepi e abbiamo persino digerito l’idea per le feste di quest’anno di dover rinunciare alla tradizione dei grandi pranzi familiari.

È vero, dunque, che riusciamo ad accantonare alcune radicate abitudini, ma vogliamo rassicurarvi: le stranezze nel mondo, quelle no, non scompaiono mai.

La notte dei Ravanelli

Siamo a Oaxaca de Juárez, nel Messico meridionale e il 23 dicembre, nell’ambito delle festività natalizie, orticoltori e artigiani esibiscono i loro ravanelli. La tradizione risale all’Ottocento e nasce come una strategia di vendita. I contadini, infatti, per attirare l’attenzione dei clienti durante il mercatino di Natale di Oaxaca espongono, dopo eccedenti raccolti, i ravanelli più grandi o dalle forme irregolari. L’idea di intagliare i tuberi viene dopo; il successo è tanto straordinario che le persone iniziano ad acquistare i ravanelli non solo come prodotto di consumo, ma anche come centrotavola o ornamento per le feste. Le creazioni includono rappresentazioni di figure umane, personaggi illustri, animali, nascite e tradizioni tipiche della regione come la Guelaguetza o la festa della Vergine della Solitudine. L’evento attira centinaia di concorrenti e migliaia di visitatori. per finire, al termine dell’esposizione, che avviene nel tardo pomeriggio, l’autore dell’intaglio più originale riceve un premio in denaro.

Noche de rabanos

Christmas crackers

Hanno la forma di una grande caramella, ma altro non sono che cilindri di cartone con una sorpresa all’interno. Siamo negli anni ’40 dell’Ottocento e Tom Smith, pasticcere inglese, scopre a Parigi i famosi bon bon.  I dolci alle mandorle ricoperti di zucchero si stabiliscono a Londra avvolti in carta colorata. L’evoluzione del dolce, tuttavia, è molto rapida e ricorda quella dei nostri Baci Perugina. Smith comincia ad arricchire i bon bon con particolari sempre nuovi: visto che i dolcetti sono molto apprezzati dagli innamorati, decide di inserirvi all’interno un bigliettino con una frase d’amore. Non solo, infatti, la particolarità dei dolci consiste nel riprodurre un suono simile a quello di un “crack” quando vengono aperti. L’idea dello scoppiettio pare sia venuta a Smith guardando, in una notte d’inverno, la legna ardere nel suo camino. Dopo diversi tentativi il pasticcere riesce a simulare il rumore di una piccola esplosione inserendo all’interno del pacchetto una striscia di salnitro.
Per fare spazio a questo meccanismo i bon bon si allungano, mantengono però la forma di una grossa caramella e iniziano ad essere chiamati Christmas Crackers. Oggi vengono utilizzati per lo più come segna posto e la tradizione vuole che siano due persone a romperli. Il commensale che ottiene, dopo lo strappo, la parte più lunga della grande caramella è destinato a ricevere la sorpresa nascosta all’interno. L’usanza è particolarmente sentita dagli inglesi tanto che in Finsbury Square, è presente una fontana commemorativa dedicata proprio a Tom Smith e alla sua famiglia.

Natale
Christmas crackers

Foca e gazze marine in tavola

Il piatto si chiama Kiviaq ed evoca latitudini nordiche. La pietanza natalizia groenlandese mette a dura prova la nostra immaginazione, ma d’altronde “paese che vai, usanza che trovi”.  La ricetta è a base di carne che gli Inuit preparano nel nord della Groenlandia. Si ottiene svuotando la carcassa di una foca, ad eccezione di uno strato di grasso, riempita con centinaia di uccelli marini interi, con tanto di becco, piume e zampe. Una volta richiusa, la carcassa viene circondata da uno strato di grasso di foca e viene lasciata a fermentare sotto le pietre per mesi. Nel giorno di Natale il piatto è pronto per essere servito. Che dire, buon appetito.

Kiviaq

Caga Tío

A Barcellona esiste un curioso personaggio della tradizione natalizia: il Tío de Nadal, o Caga Tío. Si tratta di un ceppo di legno, come quelli comunemente usati per accendere il camino in inverno, con due bastoncini ai lati per formare le gambe, una faccia disegnata su un lato e un berrettino rosso tipico della tradizione catalana. Entra nelle case l’8 dicembre, nel giorno dell’Immacolata. Da quel momento viene accudito con amorevole cura ed attenzione dai bimbi e dai genitori, che lo coprono con una copertina per tenerlo al caldo e gli offrono cibo e bevande. Durante la vigilia o direttamente nel giorno di Natale i bambini a colpi di bastone fanno cadere dal Tío i regali e i dolci nascosti sotto la coperta.

Una simpatica filastrocca accompagna il momento precedente la riscossione delle sorprese:

Caga tío,

ametlles i torró,

no caguis arangades

que són massa salades,

caga torrons

que són mes bon.

Caga tío!

ametlles i torró,

si no vols cagar

et donaré un cop de bastó!

Da sempre l’albero è stato considerato una preziosa riserva nella cultura popolare spagnola ma la tradizione celebra soprattutto l’ancestrale ricchezza della natura.

Caga Tío

Patinatas e Gaitas

In Venezuela la stagione natalizia comincia il 16 dicembre con le Posadas, processioni religiose diffuse in tutta l’America Latina. Al termine delle Posadas si celebra la tradizionale messa di Natale. L’affluenza in chiesa è numerosa, non solo perché il 90% della popolazione è di fede cattolica, ma anche perché il giorno della nascita di Gesù è vissuto come una vera e propria festa. Fin qui nulla di strano. L’aspetto divertente è che gran parte dei credenti non si riversa nelle strade a piedi o in macchina, ma con i pattini. Si tratta di una vera e propria parata cui partecipano adulti e bambini prima della celebrazione di mezzanotte. I pattinatori inoltre, sono accompagnati dalle Gaitas, ovvero musiche natalizie del folclore venezuelano caratterizzate da ritmi latini e canti gioiosi.

Natale
Patinatas

Questa è solo una piccola rassegna; abbiamo raccolto cinque tradizioni, alcune più stravaganti delle altre. Fateci sapere voi però se ne conoscete di diverse, se vi è capitato di trascorrere il Natale fuori dall’Italia, o ancora se siete entrati in contatto con usanze di cui ignoriamo l’esistenza. Intanto, felice Natale a tutti.

Written by: Irene Pompeo

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today20 Dicembre 2020 2

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