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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Rossetto e cioccolato” – Ornella Vanoni
Si avvicina Pasqua e già da tempo siamo invasi ovunque dal simbolo per eccellenza di questa festività. L’uovo di cioccolato.
Non fate i vaghi, so benissimo che anche voi siete golosi e soprattutto so che anche voi la pensate come me. Non bisogna necessariamente essere bambini per desiderare il proprio uovo di Pasqua. E proprio da questo desiderio goloso voglio partire per raccontarvi come è nata questa irrinunciabile tradizione.
Partiamo dal presupposto che c’è un motivo ben preciso per cui l’uovo rappresenta la Pasqua. Religiosa o laica che sia. Fin dall’antichità questo alimento ha avuto un valore simbolico enorme. Per esempio ci sono alcune culture che credono che l’uovo sia una nuova forma di vita nata dall’unione frae Terra e cielo. Mentre per gli antichi egizi tutto ha origine da questo alimento che raccoglie in sè tutti e quattro gli quattro elementi -aria, acqua, terra e fuoco-.
L’idea di donare delle uova risale addirittura all’epoca dei Persiani che in primavera amavano poi regalarsele come simbolo di nuova vita e di rinascita. Così come avveniva anche in epoca medievale quando in Germania si diffuse questa usanza. In fondo l’uovo simbolo di vita era ciò che più si avvicinava al concetto della Resurrezione di Cristo. La gente si scambiava uova bollite, avvolte in foglie e fiori in modo che si colorassero naturalmente. Tra i nobili e gli aristocratici, invece, si diffuse l’abitudine di fabbricarne alcune di argento, platino o oro, decorate.
Nel tempo l’idea di queste creazioni preziose ha raggiunte vette ineguagliabili grazie alle mani dell’orafo di corte dello Zra di Russia, Peter Carl Fabergé che realizzò proprio per Alessandro III delle uova decorate da donare alla zarina. Pensate che la collezione imperiale conta 52 esemplari, uno più straordinario dell’altro. Poi si passò addirittura all’utilizzo del platino.
Questo prezioso uovo di platino smaltato di bianco aveva al suo interno un altro piccolo uovo, questa volta in oro. Ma non finisce qui, perchè dentro l’uovo d’oro c’erano altri due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino dorato. Provate a immaginare solo la sontuosità di questa creazione. Che la vostra immaginazione, però, non si trasformi in malinconia… non continuate a lamentarvi delle sorprese deludenti delle vostre uova di Pasqua. Non siete mica la moglie dello Zar!
Le origini dell’uovo di cioccolato sono da ricondurre al re Sole, Luigi XVI. Fu proprio lui che per primo, a inizio Settecento, fece realizzare un uovo fatto con la crema di cacao dal suo chocolatier di corte. Questa geniale idea nel tempo è diventata il fenomeno di massa che tutti conosciamo.
E, a proposito di cioccolato, c’è chi attribuisce una grande tradizione in merito anche ai piemontesi. Si dà il caso, infatti, che nel Settecento, dalle parti di Torino, ci fosse l’usanza di donare uova di cioccolato ad amici e parenti inserendo anche un piccolo dono dentro le uova di cioccolato. Quindi, oltre a Fabergè, possiamo vantare anche noi una tradizione tutta Made in Italy in merito. Soprattutto considerando la grande tradizione cioccolatiera del Piemonte.
Ma ad oggi, ormai, la diffusione delle uova di cioccolato è ad appannaggio di qualsiasi industria dolciaria, oltre che degli artigiani pasticceri che realizzano ogni anno versioni innovative e anche un po’ inusuali.
E poi c’è l’eterno dilemma che scatena ogni anno disquisizioni a non finire. Da una parte gli eterni puristi del cacao che amano alla follia tutte le declinazioni delle uova fondenti e dall’altra i fanatici dell’uovo al latte in versioni di ogni genere possibile e immaginabile. Che poi, in entrambi i casi, nel tempo sono stati creati abbinamenti che farebbero impallidire il chocolatier della corte di Re Sole.
Il fondente, con le varie percentuali di cacao, si abbina a perfezione al peperoncino o all’arancia. Ma anche alle nocciole, se ci pensate bene. Varianti al gusto caffè o con aggiunta di liquore sono poi le scelte ideali per i fini intenditori.
Per quanto riguarda gli abbinamenti del cioccolato al latte va per la maggiore la nocciola oppure il riso soffiato. O l’immancabile bigusto ottentuto unendo anche il cioccolato bianco.
Niente paura, ci sono golosissime soluzioni anche per chi ama il cioccolato bianco. Tanto latte e bacche di vaniglia alla base di tutto, ma l’aggiunta di granella di pistacchio e limone è il tocco magistrale che ne esalta il sapore. Per non parlare del versione al gusto di fragola o di lampone, col suo tocco di acidità fruttata che dona anche un profumo invitantissimo.
Questo è il paragrafo dei goderecci senza mezze misure. A Torino, proprio per la loro grande tradizione dolciaria, hanno creato anche l’uovo di Pasqua al tiramisù, con una irresistibile stratificazione di sapori che non lascia scampo. Mentre gli artigiani di Santa Maria Capua Vetere hanno realizzato quest’anno un’imperdibile ricetta con aggiunta di caramello salato. Per chi vuole esagerare, poi, ci sono versioni “killer” che metteranno a dura prova la vostra glicemia. Si tratta di uova farcite con pan di Spagna e golose creme, guarnite poi con rutta fresca o granella di wafer, nocciola e pistacchio.
Insomma, la scelta è ampia e ce ne sono anche in versione vegana, ormai proposte da quasi tutti i brand. Sta a voi coccolarvi o farvi coccolare con l’uovo di Pasqua più adatto a voi.
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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