Il governo inglese ha da poco annunciato le nuove linee guida per la Sanità del paese: spazio al ‘digital first‘, che prevede non più visite mediche fisiche, bensì virtuali.
Sarà un progressivo cambiamento, che porterà i cittadini britannici a consultare il proprio medico di fiducia al telefono, piuttosto che nello studio in cui sono sempre stati soliti recarsi: via Skype, FaceTime, WhatsApp o qualsiasi altro mezzo di comunicazione, nei prossimi 5 anni circa trenta milioni di appuntamenti che oggi vengono presi regolarmente, verranno sostituiti da consulti online, che sembrerebbero avere degli ottimi vantaggi.
Sarà, infatti, possibile avere così a disposizione il proprio medico di famiglia, che sia di base o di ambulatorio, sempre vicino, seppur attraverso uno schermo, H24, in modo sicuramente più immediato.
Un altro riscontro positivo è di natura economica: secondo quanto pubblicato dal Ministero della Salute britannico, sarà circa di un miliardo la spesa che si andrebbe a risparmiare da questo nuovo metodo di comunicazione tra dottore-paziente, che, dal canto suo, avrà così più agevolazioni e ‘potere’:
I pazienti risparmieranno il viaggio per recarsi dal medico mentre i medici avranno più tempo. La tecnologia rivoluzionerà la Nhs (National Health Service) e la renderà ancora più efficiente.
Il Ministro della Salute, Hancock.
Secondo quanto calcolato dal governo, questo servizio sarà completamente efficiente, rientrerà cioè nelle abitudini di ciascun cittadino, tra circa 10 anni.
Intanto, però, non sono mancate le polemiche: ciò che in molti contestano è l’effettiva efficacia di queste visite virtuali, ritenute superficiali e non in grado di sviluppare diagnosi precise; inoltre, andrebbero tremendamente a penalizzare le persone più anziane, e anche tutta quella fetta di popolazione che ancora trova difficoltà a maneggiare uno smartphone.
Molti non capiranno più quello che succederà e ci sarà un distacco generalizzato dai medici. Soprattutto le persone più anziane hanno bisogno del contatto umano con il dottore. Temo che molti anziani rischiano di morire in questo modo.
Joyce Robins, Associazione Patient Concern
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