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Soudtrack da ascoltare durante la lettura: ” Fever Dream” – Royale Palaye
Lo sentite?
C’è odore di zucchero filato e arachidi. Probabilmente, se adesso chiudeste per un attimo gli occhi, verreste trasportati nei vostri ricordi, quando siete andati per la prima volta al circo.
Un ricordo dolce e magico che Erin Morgenstern riesce a far diventare lo sfondo e la trama de Il Circo della Notte.
Se lo incontrate in libreria, per favore, non leggete la trama dal libro: non rende minimamente l’atmosfera che permea le pagine.
La trama è un po’ complicata da seguire perché ci viene raccontata la storia di Le Cirque de Rêves in diversi punti del tempo e da diverse angolazioni.
A volte assistiamo alla progettazione del circo, altre siamo degli spettatori ed altre ancora osserviamo le vicende filtrate dagli occhi dei personaggi del racconto.
Apprendiamo, nel mentre, anche che il circo è una scacchiera, un enorme spazio dove due maghi, Celia e Marco, si devono sfidare per volere dei loro maestri. Il problema? Le regole, l’obbiettivo, in cosa consiste la competizione…sono dettagli che ignorano. Sanno solo che stanno gareggiando e che uno dei due deve vincere -di grande aiuto, davvero-.
Ed in effetti, a pensarci bene, quel luogo è perfetto per fare della vera magia: tutti si aspettano che ci sia un trucco dietro e nessuno si aspetta di coglierlo.
“La gente vede ciò che desidera. E nella maggior parte dei casi, ciò che le si dice di vedere.”
–Erin Morgenstern
Sono i colori a rendere tutto surreale, anche, perché ogni cosa, al circo, eccetto gli spettatori, è in bianco e nero -e grigio, non dimentichiamoci del grigio-, come se si fosse precipitati in un’altra dimensione.
O forse è quello che si vuol far credere agli spettatori, perché è innegabile che la cura per i dettagli sia infinita e delicata, ma la magia del circo non si limita solo ai due concorrenti, che sono profondamente legati ai tendoni erranti.
Il futuro di tutti sembra intrecciarsi in modo inaspettato, amicizie e strategie sembrano a volte contare troppo, altre volte essere talmente sfumate da dimenticarsene. La sorte del circo si lega al passato di più di due persone.
“Il futuro non è mai inciso nella pietra.”
–Erin Morgenstern
Ma, a dire la verità, la sfida è importante solo fino ad un certo punto.
L’importante è stupirsi; è ritrovarsi a vagare in tendoni sempre nuovi e ad assistere ad esibizioni che si credevano impossibili.
La scelta è essenziale, perché il circo viene strutturato in modo tale da essere un piccolo, tortuoso, labirintico villaggio dove nessun tendone spicca sull’altro –O meglio, spicca nel modo più opportuno: ce ne sono alcuni che richiedono moltissime persone, ed altri che sono ideati per esperienze individuali- così che le persone facciano caso a tutto.
“La gente non fa caso a niente, a meno che tu non gliene dia una ragione.”
–Erin Morgenstern
E, mentre la storia continua, si inizia ad amare il circo e si viene a conoscenza del fatto che non si è soli.
Ci sono dei visitatori – i fan numero uno, potremmo dire- che si vestono per intonarsi al circo, ma senza dimenticare anche che non ne fanno interamente parte e che per loro, quel bellissimo sogno, deve finire entro l’alba –orario di chiusura del circo-.
“Racconta che quando visita il circo preferisce indossare un cappotto nero, per meglio intonarsi all’ambiente e sentirsi parte integrante dell’evento, e tuttavia, nello stesso tempo, ama aggiungervi un tocco di colore, una vivace sciarpa scarlatta, per distinguersi, per ricordarsi di essere, in fondo, un semplice spettatore.”
–Erin Morgenstern
Ed è per queste persone, che gli artisti del circo danno il meglio o aggiungono qualcosa di nuovo nelle loro esibizioni; non si esibiranno, ma per loro, quelle persone con il tocco rosso, sono parte della famiglia.
Purtroppo tutti i sogni devono finire quando arriva il mattino; alcuni possono continuare per qualche notte ancora, ma non dureranno mai più di tanto.
E così è anche il Circo, che spesso si sposta in modo imprevedibile e che lega la magia e il tempo nella trama, ben intrecciata, di un arazzo.
Written by: Aurora Vendittelli
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