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Cinema e TV

Il cinema in una fotografia, intervista a Matteo Bennati

today18 Maggio 2021

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “La dolce vita”- Nino Rota 

“Fotografia, foto-grafia, significa scrivere con la luce. La fotografia, il cinema, conferiscono una specie di immortalità, una preminenza alle immagini e non alla vita reale.” Herbert Marshall Mcluhan 

La magia del cinema non arriva solo sugli schermi, ora si può vivere in tanti altri modi sul web. Adesso tutto è possibile, anzi grazie a #cinema_roma è realizzabile.

Ho avuto il piacere di intervistare Matteo Bennati, ricercatore di location di film e serie tv che, attraverso l’arte della fotografia, ha colto l’essenza del cinema con un solo click.

Il cinema attraverso lo scatto istantaneo della fotografia. Nella fotografia, proprio dentro. Una realtà tridimensionale, quasi. Come è nato questo progetto di ricercare le location dei film e diffonderle sul web? Hai lavorato, oppure già lavori nell’ambito cinematografico?

“Il progetto è nato tramite una mostra che avevo organizzato, che poi non si fece, perché allestimmo una rassegna fotografica. . Questo luogo che ospitava la rassegna, era un centro di accoglienza che ospitava anziani.  Precisamente a Tor Marancia, una zona di Roma dove non ospita cinema. Ce ne era uno, ma chiuse e quindi portammo a queste persone anziane il cinema, facendogli vedere i film degli ultimi 6 anni, all’epoca. Fin quando non iniziai a pensare che, mentre giravo dentro questa sede, il luogo non mi era nuovo. Ho cercato online ed erano stati girati parecchi film. Dato che la mostra non si fece, iniziai a fotografare. Quindi è nata un po’ per caso, da un progetto iniziale né è nato un altro. La mia pagina all’inizio cavalcava l’onda dei grandi classici del cinema, la prima foto fu “Vacanze Romane” al Teatro Marcello. Poi ha preso una piega simil diversa, trattando anche di attualità, non solo del passato.

Ho studiato all’Istituto Rossellini e per molti anni ho fatto il fonico. Fin quando, il mercato dei tecnici del suono era saturo ed ho iniziato a cercare altro, entrando nel mondo della sceneggiatura, dato che avevo già scritto libri di poesie e un romanzo. Principalmente scrivo documentari. Tutto è esploso quando è uscito il mio primo lungometraggio “piccolo mondo cane”, fu censurato. Non mi sono buttato giù anzi, dovranno uscire altri lavori come sceneggiatore”. 

Raccontami cosa vuol dire entrare nel vivo del luogo in cui il film è stato girato e poterlo immortalare in una sola foto. Qual è il film che più ti rappresenta, oppure il luogo potremmo dire, del cinema che fotografi?

“Nella storia del cinema italiano, uno dei miei preferiti è Monicelli, Marco Ferreri, Elio Petri. Ti spiego, facendoti un esempio: quando vado a vedere Fontana di Trevi, capisco il suo valore artistico, ma non faccio a meno di pensare alla scena di Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nella Dolce Vita di Fellini. Per me il cinema è un arte fondamentale, che ha racchiuso tutta l’arte, a 360.

Queste grandi emozioni si respirano ancora nei quartieri popolari, perché magari al centro c’è un via vai di turisti. L’importante è ricordare, una frase che mi dissero quando ero al liceo “il cinema è un esperienza collettiva”, non in solitudine. Da quando si fa a quando si va in sala. Come i luoghi, per quanto tu possa andare da solo, comunque sono stati attraversati da grandi professionisti. In qualche modo lo stai condividendo. Realtà e finzione vanno di pari passo”. 

Il cinema, come ben sappiamo, insieme a tutto il mondo dell’arte, ha subìto un forte scossone, portando con sé conseguenze negative. Secondo te, quale progetto 2.0 avrebbe potuto portare avanti l’ambito cinematografico rendendolo attivo, in qualche modo?

“Bella domanda, non saprei cosa risponderti. Infatti, ecco perché odio le classiche, ad esempio “i 10 film più belli”. Come è possibile? Almeno per nazione, dovrebbe esserci una classifica.. Quelli a cui sono più affezionato, sicuramente sono i film in cui la ricerca è stata più difficile. Forse ti risponderei con il primo luogo che ho ricercato Vacanze Romane e Favolacce, perché è stato quello in cui ho avuto più difficoltà.

Hai progetti futuri, collaborazioni già attive?

“La sensazione del cinema, la può dare solo il cinema. È stato difficilissimo, infatti mi viene in mente un cortometraggio girato da alcuni ragazzi, che si chiama (….). Fa vedere il protagonista che nella sua stanza, pianifica il “cinema”. Prepara tutto: pop corn, il divano, il proiettore. Fin quando scopre che le patatine sono bruciate, il proiettore si brucia, insomma, una serie di conseguenze. Disperato, chiude gli occhi e immagina di essere al cinema. Quindi, in realtà, tutto è racchiuso qui. Abbiamo cercato di dare le stesse sensazioni, ma il cinema è l’unico che può dare questa vita. Infatti, penso che il problema sarà ritornare in sala, dopo l’abitudine alla Piattaforma”. 

Godetevi il cinema in una fotografia, attraverso la pagina instagram di Matteo Bennati: #cinema_roma.

Written by: Francesca Aiello

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