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Cultura

Il cielo cornuto: la costellazione del Toro

today22 Aprile 2021

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Stars” – Skillet

È già passato un mese, ci credereste? Ma del resto il tempo è così pazzerello e lunatico – no, non sto parlando del meteo, anche se il discorso vale anche per lui. Andiamo! Grandinare ad aprile, seriamente? –, passa velocemente e lentamente.

E così ci ritroviamo a questo articolo – rullo di tamburi, prego –: Il Toro!

La parte luminosa

Ho già nominato questa costellazione il mese precedente, quando ho parlato dell’Ariete, poiché Taurus si trova tra questa e Gemini (Gemelli).

La costellazione del mese ha come stella più luminosa Aldebaran, occhio del Toro, una gigante arancione ben 40 volte più grande del nostro caro Sole. Ah sì, è una stella doppia, ma l’altra è così debole da essere a malapena visibile ad occhio nudo.

Le altre stelle molto luminose sono El Nath, in comune con la costellazione dell’Auriga, e Alheka, le corna del Toro, e i due raggruppamenti delle Pleiadi e delle Iadi.

Partiamo dalle seconde: le Iadi sono un raggruppamento luminoso molto lontano che formano insieme ad Aldebaran un Triangolo all’interno della costellazione – attenzione: Aldebaran non fa parte delle Iadi. È solo un’illusione prospettica –.

Ben più lontane delle Iadi ci sono le Pleiadi (M45), uno degli ammassi di stelle più studiati della volta celeste. Hanno come stella più luminosa Alcyone, che fa parte della costellazione, e insieme formano la spalla dell’animale.

nebulosa del Granchio

All’interno della costellazione ci sono numerose stelle variabili, ovvero stelle che non hanno ancora un tragitto fisso e c’è M1, anche conosciuta come Nebulosa del Granchio. Ha una storia molto interessante, poiché si formò dall’esplosione di una supernova e fu osservata nel 1054 d.c. da studiosi cinesi. Proprio da quell’anno -Anno del granchio, chi l’avrebbe mai detto- prende il nome questa nebulosa talmente luminosa da essere visibile ad occhio nudo.

Dato che potrei parlare per tutto l’articolo di granchi, forse è meglio abbandonare il mare e tornare nella fattoria.

Il mito

Il Toro ha da sempre simboleggiato fertilità ed abbondanza.

Questa costellazione era osservata sin dai tempi dei babilonesi, ma non si sa molto sul suo significato per il popolo.

Per gli egizi era molto importante: Osiride, prima sovrano del pantheon degli dei, poi signore dei morti dopo che Iside ha fatto il puzzle con i resti del suo corpo, era rappresentato anche come Toro. Iside stessa, sua moglie e sorella – ripeto: con gli dei non bisogna fare caso alle parentele – veniva rappresentata anche come una vacca tra le cui corna era compreso il disco lunare.

Se pensate che la costellazione fosse dedicata ad Era per i greci, vi sbagliate. Nonostante le vacche fossero il suo animale sacro, la costellazione è legata in due modi al mito di Europa.

Zeus ed Europa

Zeus si innamorò della giovane Europa, figlia del re Agenore/ Fenice – il mito non è chiaro. E sì, sono tutte principesse nei miti, ma le città-stato erano tante –. Il dio ordinò ad Ermes di portare un branco di buoi lì vicino a pascolare ed egli si mescolò ad essi e si avvicino alla ragazza ignara e la rapì.

Secondo alcuni miti Zeus portò la giovane nella terra che adesso è l’Europa, ma molto più probabilmente la portò sull’isola di Creta dove si unì a lei con la forza. Da questo gesto nacquero tre figli: Minosse, Radamanto e Sarpedonte. La costellazione del Toro indica dunque la metamorfosi del dio del fulmine, ma anche il figliastro di Minosse, Asterio, figlio di Pasifae e il toro, comunemente chiamato Minotauro.

Written by: Aurora Vendittelli

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