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Cultura

Giornata della Memoria: corriamo insieme!

today28 Gennaio 2022

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “I Know Where I’ve Been” – Queen Latifah

“Tutte le cose diventano più vive e concrete quando, allo studio della storia, si affianca un lavoro sui luoghi coinvolti.”
(Roberto Gualtieri)

Sono le parole del Sindaco Roberto Gualtieri, pronunciate oggi nelle strade del Ghetto di Roma.

Ma come abbiamo fatto a conversare amabilmente con il sindaco?

Perché ci siamo ritrovati tutti coinvolti nell’iniziativa organizzata dal prof. Colafranceschi del liceo Kennedy -che abbiamo scoperto, a nostre spese, essere molto amante delle scale- e dalla prof.ssa Combatti dell’istituto Caffè, in collaborazione con il XII municipio.

Il cammino della memoria, -già, non si chiama veramente “il cammino della testimonianza”. Ci siamo permesse di modificare leggermente il titolo- così è stata intitolata la marcia di oggi per sensibilizzare i giovani sugli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Abbiamo quindi percorso le tappe simbolo della Shoah nella capitale. 

Un inizio mattutino

Tutto è iniziato a Forte Bravetta, ore 9:00 del mattino, con un discorso da parte di Elio Tomassetti, presidente del già sopra nominato XII municipio

La ragione per cui è particolarmente legato a quel luogo, Forte Bravetta, risale ai suoi tempi del liceo, quando la sua prof. di Italiano permetteva ai ragazzi di visitare il parco -prima chiuso per la maggior parte dell’anno- in quanto simbolo della resistenza romana.

Al Forte Bravetta, infatti, sono stati uccisi molti partigiani, come abbiamo scoperto oggi anche noi. –Si scoprono sempre cose nuove-. 

Elio Tomassetti e Alice impegnati in un flashback d’infanzia

La scelta dei 12 km

Ma ci sono altre ragioni per cui è stato scelto il Forte, come luogo di inizio, e, tramite la cara Maieutica di Socrate, siamo riuscite a far sputare il rospo al prof di Filosofia (Colafranceschi).

La scelta è ricaduta a quel luogo anche per costruire un percorso di 12 km in 12 tappe. -Nemmeno in Death Note c’è un tale simbolismo con i numeri-. 

Inoltre il cammino è una dimensione che permette ai giovani di entrare in contatto diretto con l’esperienza e far sedimentare le conoscenze acquisite e i principi appresi; così come ci ha confermato anche la prof.ssa Combatti.

Le testimonianze e gli studenti

Ad ogni istituto superiore dove ci siamo fermati –licei Montale, Malpighi, Morgagni, Caffè e Caravillani, Levi e Kennedy; in questo ordine-, gli studenti hanno letto una ricerca sull’argomento o comunque una testimonianza o delle battute.

Si è creato quindi un filo invisibile che collega gli studenti della nuova generazione, sempre più interessati all’argomento, ai testimoni che quei crimini contro l’umanità li hanno vissuti in prima persona e che lasciano sempre una testimonianza. Ma, pensare che siano diventati testimoni loro stessi, è in parte sbagliato:

“A noi non piace il passaggio del testimone. Durante la staffetta, una volta che uno ha passato il testimone, che fa? Si ferma. E a quel punto l’altro corre da solo, ma non deve correre da solo: si deve correre insieme.”
(Mario Venezia, Fondatore della fondazione Museo della Shoah)

Studente del Malpighi che legge una testimonianza

Le parole dei diretti interessati

Al Caravillani abbiamo poi ricevuto una calorosa accoglienza da Riccardo Pacifici, rabbino del tempio ebraico adiacente alla scuola.

Inutile a dirsi, la testimonianza di un ebreo in una circostanza del genere è stata molto rilevante: durante il suo discorso si è più volte ribadita l’importanza di ricordare Tutte le vittime dei campi, non solo quelle di religione ebraica:

“In quei campi non abbiamo sofferto solo noi, ma hanno sofferto diverse categorie di cittadini”
(Riccardo Pacifici)

Dai disabili tedeschi agli omosessuali, passando per gli zingari, il rabbino li ha citati tutti – ed è stato anche l’unico della giornata a farlo-. 
Forse la frase più d’impatto pronunciata oggi è stata:

“Noi esistiamo nonostante la Shoah”
(Riccardo Pacifici)

Sarebbe stato facile nascondersi e lasciare tutto così come era, allo sbando, ma loro non l’hanno fatto. Perché il tempio ebraico è un luogo pieno di vita e si rifiuta di crogiolarsi nel dolore.

Tante parole importanti

E. Tomassetti, L. Bonaccorsi e R. Gualtieri al Ghetto

Sui Sanpietrini del Ghetto ci sono state tantissime parole di dolore, verso quanto accaduto, e di speranza, verso il futuro.

Tutti gli adulti infatti, dai professori alle persone anziane che si sono unite al corteo, ma anche personaggi importanti come Roberto Gualtieri, Ruth Dureghello – Presidente della Comunità Ebraica- e Lorenza Bonaccorsi -Presidente del I Municipio-, hanno testimoniato la fame di conoscenza che anima i giovani d’oggi. Fame che avrà cibo per i suoi denti, visti i tanti progetti che il Presidente del Primo Municipio ha in mente.

Peccato però che non tutti i presenti condividevano questa visione: nella folla c’erano anche dei ragazzi più piccoli, delle medie, che hanno risposto in un modo che fa riflettere:

“Voicebook: Come mai siete qui?
X: Boh…Per saltare scuola
Y:Mi piace camminare”

Aurora Vendittelli e Alice Franceschi

Written by: Aurora Vendittelli

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