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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Child in Time” – Deep Purple
77 candeline sulla torta di un gigante del Rock. Frontman dei Deep Purple e voce d’eccellenza. Ladies and gentleman, Mr. Ian Gillan.
Che i Deep Purple siano stati e restino ancora una delle tre pedine inamovibili del Rock potente degli anni settanta è ormai cosa assodata. Ma a dare loro vigore puro è stato di certo anche lui. Ian Gillan.
Ma Gillan è un artista dalle mille sorprese. Per esempio lo sapevate che è stato anche la voce di Gesù?
Beh, detta così suona strana, ma in realtà si tratta di un Gesù un po’ particolare e decisamente Rock. Infatti nel 1970 fu scelto per dare voce proprio a questo “personaggio” nella versione su disco del celebre musical Jesus Christ Superstar.
E forse non tutti sapete che Gillan non partecipò alla prima di Broadway il 12 ottobre 1971, e rifiutò lo stesso ruolo nella versione cinematografica dell’opera: fu sostituito rispettivamente da Jeff Fenholt e da Ted Neeley.
La sua carriera ha preso poi mille pieghe diverse. Si può dire che abbia fatto parte della formazione classica e più amata dei Deep Purple, la Mark II, dal 1970 al 1973, per poi tornare per la “reunion” dal 1984 al 1989 ed infine stabilmente dal 1993 in poi.
Ma anche lontano dalla band ha collaborato a progetti ugualmente di gran livello. Per esempio sostituì un’altra grandissima voce hard, quella di Ronnie James Dio, nei Black Sabbath per l’album Born Again.
In fondo, quando scorre musica così energica nelle vene non si può fare altro che condividerla e arricchirsi il più possibile in ambiti diversi. Anche e soprattutto dando voce a ritmi e sonorità distinte fra loro.
Con le sue caratteristiche vocali sarebbe stato un peccato che fosse andata diversamente.
Per sua stessa ammissione, è molto affezionato a Child in Time in cui la sua potenza si esprime a meraviglia. La voce calda, piena, corposa esplode in acuti incredibili, che nulla hanno da invidiare alla stella dei Led Zeppelin, Robert Plant, che faceva furore in quel periodo. Ma il brano porta la firma speciale di tutti i membri della band. I virtuosismi di Ritchie Blackmore alla chitarra colpiscono come fruste in un crescendo collettivo di tutto il gruppo che elettrizza e scuote come non mai.
E ha ragione il buon Gillan, la genialità di quella canzone cattura per le dinamiche alternate, per i cambi di rotta, per le altalene ritmiche che sorprendono fino all’ultimo. E, dopo più di cinquant’anni, fa ancora effetto!
Ma un virtuoso della musica come lui ha dimostrato ben più del suo spirito di adattamento e delle sue enormi capacità canore. Insieme all’amico Toni Iommi -leggendaria chitarra dei Black Sabbath- ha creato addirittura una scuola di Musica in Armenia che è stata sostenuta nel tempo dalla produzione di vari singoli.
Per ripercorrere una carriera stellare come la sua non basterebbe una giornata intera di dischi e video d’archivio. E allora, mentre ci gustiamo qualcuno dei suoi capolavori, gli auguriamo di continuare a fare la stessa splendida musica. E di non fermarsi perché non è ancora tempo di andare in pensione!
Auguri, gigante!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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