Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano “I Will Survive – Gloria Gaynor”
Il 10 Marzo 1979 I Will Survive di Gloria Gaynor raggiungeva la prima posizione della classifica statunitense. Vi rimase tre settimane. Oltre che essere uno dei brani per eccellenza della disco music, è un inno di incoraggiamento che dalla sua pubblicazione ha attraversato decenni portando al mondo il suo messaggio di presa di coscienza e forza.
Scritta da Freddie Perren e Dino Fekaris la canzone venne rilasciata come lato B del brano Substitute dei Righteous Brothers.
Nel 1980 vinse un Grammy per il Best Disco Recording. Divenne da subito l’inno per eccellenza d’incoraggiamento e dell’empowerment.
Quella del testo è la storia di una donna che ritrova la forza dopo la rottura con il proprio partner. “Sopravviverò” canta la Gaynor con l’energia straordinaria di chi non si arrende.
La Gaynor ha infatti raccontato:
I love the empowering effect, I love the encouraging effect. It’s a timeless lyric that addresses a timeless concern.
Da quando venne rilasciata la Gaynor ha abbracciato il cristianesimo e nelle performance live ha aggiunto dei versi che rispecchiano la sua fede:
I will survive/ He gave me life/ I stand beside the Crucified One/ I can go on/ I will be strong/ For my strength to live is not my own/ I will survive!
Il brano è stato adottato in varie situazioni proprio per la forza che trasmette. Venne usato dalla Francia come Inno della vittoria ai mondiali del 1998, ma anche come inno del girl power e del movimento gay. La Gaynor è diventata infatti un’icona del movimento.
La canzone è tanto famosa, con le sue oltre due milioni di copie vendute in tutto il mondo, da essere stata stata tradotta in 20 lingue.
From the beginning I recognized it was a timeless lyric that everyone could relate to,” racconta la Gaynor, “so I don’t get tired of singing it. I’m always freshening it up; changing the beat, the lyrics, modernizing the arrangement – I’ve even stuck a hip-hop section in the middle of it. I become 295% grade A ham when I do this song because people still love it.”
La fortuna del brano non finisce qui. Infatti è tornato nella top 100 in ogni decennio da quando era stata pubblicata nel ‘78. La versione di Safire debuttò in classifica nel dicembre del 1989 e raggiunse la posizione 53 nel gennaio 1990. In 1996 la versione jazz di Chantay arrivò 24esima e 2009 quella delle Pussycat Dolls alla posizione 73. Infine il mash-up of di Glee con Survivor delle Destiny’s Child arrivò 51esima nel 2011.
Tra i tanti artisti che ne hanno realizzato cover ricordiamo anche quelle di Diana Ross, Selena, Gladys Knight, Aretha Franklin, Pet Shop Boys, Cake e Usha Uthup.
La grande fama dell’artista si estende anche al cinema: troviamo la canzone nel film Le riserve, in Priscilla, la regina del deserto, Baci e abbracci di Paolo Virzì, in Men in Black II, nel film Man on the Moon interpretata dal cantante Tony Clifton e in Rio 2. Nel 2014 la canzone è stata utilizzata anche in una campagna di sensibilizzazione contro il bullismo.
Oltre al ritmo travolgente il successo di una canzone risiede nel suo messaggio universale e I will survive ne è l’esempio. Scavalcando decenni e generazioni, rimane un brano senza tempo.
Durante la lettura si consiglia l'ascolto del brano: "Harder Better Faster - Daft Punk" Breve storia dell'e-waste Poche cose sono certe al giorno d'oggi, come si suol dire: la morte, le tasse e l'uscita di almeno uno smartphone all'anno, portando all'esponenziale e conseguente aumento del numero di rifiuti elettronici. L'e-waste comprende qualunque oggetto avente una spina, un cavo elettrico o che funzionino con una batteria come lavatrici, schermi, console e […]
Post comments (0)