L’intelligenza artificiale e i robot umanoidi approdano in ospedale per aiutare i pazienti e assistere i medici nelle diagnosi. La sperimentazione pilota ha avuto luogo a novembre nella Casa Sollievo della Sofferenza di Giovanni Rotondo a Foggia, ma ad aprile ne partirà un’altra di 2-3 anni nello stesso istituto, e anche in alcuni ospedali italiani e francesi.
I robot sono due: R1, che accompagnerà i pazienti a fare gli esami e proverà a capirne emozioni e condizioni fisiche per effettuare una prima diagnosi, e Pepper, che invece monitorerà le stanze per avvertire di possibili emergenze.
La ricerca è nata dalla collaborazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (Iit) con le aziende Konica Minolta Europe e la giapponese Softbank.
Gli ospedali ci hanno detto che non hanno forza lavoro sufficiente per fare ronde continue nelle stanze e accompagnare i pazienti a fare gli esami. Per queste attività non serve personale specializzato, ma un robot può essere molto utile.
Francesco Puja
I robot sono quasi umani in tutto e per tutto: sono in grado di riconoscere oggetti e persone e di interagire con loro, al fine di comprenderne i comportamenti per muoversi tranquillamente nell’ospedale.
I due sono stati già soggetti a un test nel reparto di geriatria e si distinguono per caratteristiche diverse: infatti, mentre R1 è un robot di ricerca, Pepper è già un prodotto utile per il commercio.
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