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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Call of Ktulu” – Metallica
Non so se ve ne siete accorti, amici cari, ma è estate!
Forse alcuni di voi che si stanno squagliando sotto il caldo torrido o umido lo sanno, ma altri, che sono stati travolti in questi giorni dalle piogge, forse l’hanno dimenticato.
C’è chi durante le vacanze va in montagna e chi invece al mare. Possiamo un attimo soffermarci sull’ultimo?
Il mare... il mare è volubile e imprevedibile, è mortale eppure è proprio questo che affascina ed incanta tantissime persone. Il mare è colorato, seppur formato dall’acqua che è trasparente. Il mare trattiene tesori e regala emozioni. Il mare, come tutte le cose, ha una doppia natura, e questo rimanda a ciò che una volta scrisse Alessandro Baricco a proposito:
“Dove inizia la fine del mare? O addirittura: cosa diciamo quando diciamo: mare? Diciamo l’immenso mostro capace di divorarsi qualsiasi cosa, o quell’onda che ci schiuma intorno ai piedi? L’acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l’abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una parola sola o in un sola parola tutto nascondiamo?”
(Alessandro Baricco)
Soffermarsi sul primo aspetto è doveroso, visto che il secondo è sempre sotto gli occhi o nell’immaginario di tutti.
Nonostante le sonde e le tecnologie varie che esistono al giorno d’oggi, delle profondità oceaniche, l’uomo ha esplorato solo il 5%. Vi rendete conto di tutti i misteri che nasconde?
Quindi pare una buona idea parlare di due creature attualmente mitologiche, ma che potrebbero esistere -forse-.
Chi è fan di Pirati dei Caraibi ha già capito: il kraken.
Questo simpatico …. mollusco (?) è frutto della mitologia scandinava – o comunque nordica-, ma esistono delle varianti in altre mitologie – anche nel folklore occidentale-.
Si dice che sia una piovra gigantesca che mangi grazie al suo risucchio e che abbia delle fauci che sicuramente non vuoi vedere da vicino.
Ma non esiste un solo kraken, – attenzione spoiler!– che altrimenti sarebbe già stato ucciso dalla compagnia delle inde Orientali, ma molti di più. Infatti, sempre secondo il mito, generalmente ce ne sono due vicine. Il che non è molto indicativo visto che sono animali enormi.
Sembra corretto continuare a parlare di “cosi tentacolosi”, ma non mi riferirò al padrone del sopracitato kraken. Anche se doveroso notare la somiglianza tra David Jones e Chtulhu… che sostanzialmente si ferma ad avere un polpo al posto della faccia e vivere in mare.
Inventato da Howard P. Lovecraft – quindi per i traumi ringraziate lui- per i suoi libri, Chtulhu è un gigantesco guardiano telecinetico che in coma in fondo all’oceano e che aspetta solo di essere svegliato. -Poca pressione insomma-.
I colori tipici sono quelli di un cadavere e le ali membranose che ha sulla schiena non lo fanno sembrare molto rassicurante. O forse dipende dagli occhi più rossi di quelli di Caronte? E credo che nemmeno la sua stazza lo aiuti a farsi tanti amici, perchè è grande quanto una montagna e non sto parlando degli appennini, ma montagne come la catena dell’Himalaya!
A tal proposito il signor Luigi, una persona che non esclude mai niente, mi ha detto:
“I mostri marini sono una lunga tradizione. Probabilmente sono un ricordo ancestrale dei dinosauri, di esseri che sono esistiti ma che ormai sono qualcos’altro. I mostri della mitologia sono i ricordi orali e culturali di ciò che un tempo esisteva. È difficile credere che siano stati creati solo dalla fantasia: come si dice, dove c’è fumo, c’è sempre un po’ di arrosto. “
Vi sentite più sicuri a fare il bagno a mare adesso, eh?
Written by: Aurora Vendittelli
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