Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Aries-Gorillaz” (feat. Peter Hook and Georgia)
Il concept album è morto.
Gli artisti che condividono questa sentenza lapidaria non accennano a diminuire.
È cambiato il modo di ascoltare musica, ma applicazioni come Spotify sono solo l’ultimo calcio ad un relitto che arranca da vent’anni.
I disfattisti son pronti a dire che l’idea stessa di album non ha più senso d’esistere perché ormai le persone si affidano al caos della riproduzione casuale.
“La tecnologia malvagia ha ucciso la creatività, la musica adesso è fatta con lo stampino” sono parole che farebbero invidia ai peggiori complottisti.
La saturazione dell’industria musicale pone agli artisti una grande sfida: riuscire a restare a galla. C’è chi sperimenta con i metodi di diffusione dell’album oppure si concentra unicamente sui tour, con risultati più o meno convincenti.
I Gorillaz – band rivoluzionaria di suo per essere virtuale, nata dall’idea del frontman dei Blur Damon Albarn e del fumettista Jamie Howlett- lanciano un nuovo modo di fare musica con il nuovo Song Machine. Non un album, ma una vera e propria macchina audiovisiva che ogni mese cerca di offrire qualcosa di nuovo all’ascoltatore.
Il progetto è concepito per essere in costante evoluzione. Le canzoni non sono mai uguali alle precedenti: si spazia dall’afro-beat alla bossa nova, passando per lo ska. Tutti sono i benvenuti. Giunto al suo quarto episodio “Song Machine si nutre dell’ignoto, del caos puro. Chiunque verrà, siamo pronti a produrre”, queste le parole di Russel, batterista della band.
Ogni episodio viene rilasciato con pochissimo preavviso. Non manca mai in ogni video una anticipazione della prossima canzone, come se fosse una vera e propria serie tv.
Questo spinge i fan ad iscriversi alle piattaforme streaming, la loro song machine: se la canzone piace, condivideranno il video musicale e porteranno altri ascoltatori nella cerchia. Dal punto di vista creativo questo metodo di distribuzione riflette l’immediatezza dei nostri tempi perché consegna la musica direttamente agli ascoltatori. Dal punto di vista promozionale è una macchina che funziona da sola grazie all’appoggio dei social media: una cassa di risonanza che nessun autore è riuscito a sfruttare in modo così convincente.
Il successo di Song Machine dipenderà in ogni caso dalla costante qualità delle canzoni, ma è un modello di distribuzione destinato ad essere replicato per il suo essere al passo con i tempi. Gli artisti emergenti dovrebbero prender nota, perché solo chi ha la capacità di sorprendere ed adattarsi fa scuola.
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