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Pop corn del weekend: i cartoni non sono per bambini

today10 Febbraio 2023

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Tag, You’re It” – Melanie Martinez

 Amare ogni aspetto della cultura giapponese significa anche essere ingabbiati dentro la definizione di nerd, quattr’occhi, sfigato. Significa sentirsi chiedere spesso: perché continui a vederti i cartoni?

Ebbene, è arrivato il momento di rispondere con il fuoco. Ecco 3 anime con bambini protagonisti, pronti a farvi accapponare la pelle: fate vedere uno di questi “cartoni” ad un bambino qualunque e… scommettiamo? Vi tirerà fuori un caso clinico che neanche Freud in carne ed ossa sarebbe in grado di sbrogliare. I cartoni non sono per bambini. Poco ma sicuro. Se già li conoscete buon dolce trauma – di nuovo -. 

The Promised Neverland: niente è come sembra

The Promised Neverland, un cartone NON per bambini
Emma e Ray di The Promised Neverland

Nonostante il titolo incoraggiante, la serie è ambientata in un posto alquanto triste. Un orfanotrofio, per l’esattezza… O forse non lo è?

I bambini vivono in comunione abbastanza serena, per quanto possibile in una casa famiglia grande come la loro. Giocano spesso, hanno un immenso giardino di cui poter usufruire, non hanno grandi regole se non una: non si attraversa mai il cancello in fondo al cortile. Per quanto non ci sia cartone più azzeccato per insegnare il rispetto alle regole ad un bambino, questo metodo anti convenzionale di educazione potrebbe costare la salute mentale del bambino stesso. Perché non potrete mai scatenare la vostra immaginazione abbastanza: quello che c’è dietro il cancello supererà ogni vostro mostro raccapricciante.

 

L’Attacco dei Giganti: il titolo sbagliato

levi ackerman, che in qualsiasi inquadratura non è per i bambini
Captain Levi dopo aver ucciso un Gigante

Se dovessi anche solo provare a riassumere la trama de L’ Attacco dei Giganti finirei per scrivere un intero libro e, comunque, non ci capireste niente: va semplicemente vista. Per ora vi basta sapere che, in un passato un po’ decontestualizzato, collocabile più o meno tra il Medioevo e l’Ottocento, l’intera specie umana si trova chiusa all’interno di mura altissime di protezione contro i Giganti, creature mostruose con un hobby peculiare: mangiare umani. La trama attraversa diversi anni della vita dei protagonisti, che partono per la loro avventura come poco più di bambini fino a diventare adulti. Mia madre ha visto un pezzo della prima puntata ed è convinta questa serie mi abbia segnato per sempre. Piccola chicca: la traduzione del titolo è sbagliata. Quella giusta la scoprirete da soli ma inutile dirlo: questi cartoni non sono per bambini. Evitate.

Another: l’horror che non c’era

Mei di another, un altro personaggio NON adatti ai bambini
Mei con la benda

Mai tanta ansia fu creata così inutilmente: ci vogliono diverse puntate di terrore prima di capire quanto, in realtà, il cartone sia basato unicamente sull’amicizia. La classe 3C della scuola in cui si trasferisce il protagonista Kouichi è molto particolare. Da quando un alunno è morto nel 1972, altri alunni della stessa classe sono morti negli anni a seguire, ma compaiono comunque nelle foto di fine anno e nell’elenco dei diplomi presi. I bambini della 3C, avvolti da un alone di sovrannaturale, si ricordano di tutti quelli che non ci sono più, ma sembrano ignorare una loro compagna: Mei.

Non li biasimo, Mei è parecchio inquietante, porta sempre una benda e parla in modo strano, con la voce bassa, come se stesse sempre per dire qualcosa di terribile. Se solo le musiche e l’ambientazione non fossero così inquietanti: potrebbe anche essere trasmesso in TV.

Li ho visti tutti quando ero, forse, troppo piccola, ma niente spaventa di più dei “cartoni” giapponesi… non sono per bambini. Solo per adulti coraggiosi.

 

 

Written by: Alice Franceschi

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