Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “I Can’t Explain – Who”
https://m.youtube.com/watch?v=IHDCcQO3cwg
Il 15 gennaio 1965 gli Who pubblicavano in Regno Unito il loro primo singolo, I Can’t Explain, che raggiunse la posizione numero 8 della classifica. La rivista Rolling Stone l’ha inserita al numero 372 nella classifica delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi.
Scritta dal chitarrista Pete Townshend quando aveva 18 anni, la canzone tratta di cosa significhi essere giovani e non essere in grado esprimere i propri sentimenti. Pete Townshend racconta che il soggetto della canzone è un ragazzo che non riesce a trovare un modo per dichiarare il suo amore per la fidanzata per aver assunto troppa dexedrina, un’anfetamina.
Questo spiega le parole:
Got a feeling inside (can’t explain)/It’s a certain kind (can’t explain)/ I feel hot and cold (can’t explain)/Yeah, down in my soul, yeah (can’t explain)/I said (can’t explain)/I’m feeling good now, yeah, but (can’t explain)/Dizzy in the head and I’m feeling blue/The things you’ve said, well, maybe they’re true/I’m gettin’ funny dreams again and again/I know what it means, but
Quello che prova il ragazzo quindi non è solo amore.
Il singolo venne prodotto da Shel Talmy, che già aveva collaborato con i Kinks per You Really Got Me. Infatti è percepibile l’influenza di un sound simile.
Il produttore racconta:
The Who, when I first heard them, I thought, ‘This is the best actual rock n’ roll band I’ve heard in England.’ Pete wrote a song he thought would catch my ear, and he was correct.
Alla registrazione del brano partecipò anche Jimmy Page come session man, ma il suo contributo è solo nel riff. Il brano non trovò posto in nessun album fino al 1971, quando fu inserito nella compilation Meaty, Beaty, Big And Bouncy.
Gli Who la suonarono anche durante Woodstock, nel 1969. Era il secondo brano nella scaletta da 24. Divenne una costante delle loro esibizioni e nel 2015 segnò l’apertura del tour per i 50 anni di carriera.
Tra le cover che ne sono state realizzate ricordiamo quella di David Bowie e degli Scorpions.
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