Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Don’t let me down – Beatles”
Il 30 gennaio 1969 i Beatles si esibivano nel loro ultimo concerto live sul tetto della Apple Corps a Londra, sede dell’etichetta creata nel 1968.
I 42 minuti di esibizione entrarono nella storia, sebbene un episodio analogo aveva visto protagonisti I Jefferson Airplaines l’anno precedente, ma non con la stessa portata storica. A registrare l’episodio Michael Lindsay Hogg, che la inserì nel docu-film del 1970 Let It Be – Un giorno con i Beatles.
Passanti fortunati, segretarie, impiegati assistettero a quella sorpresa organizzata solo pochi giorni prima su idea di Paul McCartney, quando i quattro erano saliti sulla terrazza per fumare.
Tuttavia il live fu seguito da non poche polemiche dei residenti, che si sentirono costretti a chiamare la polizia.
Ricevemmo così tante proteste che dovemmo mandare qualcuno a controllare. Si scatenò una terribile ressa.
La scaletta comprendeva Get Back, Don’t Let Me Down, I Got a Feeling, One After 909, Danny Boy, Dig a Pony. Ad accompagnarli il tastierista Billy Preston. I’ve Got a Feeling, con le registrazioni di One After 909 e di Dig a Pony, furono inserite all’interno dell’undicesimo e ultimo disco Let It Be.
Quell’ultimo live rappresentava l’imminente scioglimento dei Fabfour, il preludio della fine. Lennon chiuse l’esibizione con la frase:
Vorrei ringraziare a nome del gruppo e di noi stessi. Spero che abbiamo superato l’audizione.
Dall’audizione del 1962 alla Parlophone al live storico sul tetto erano passati 10 album. Nel giro di poco tempo i Beatles erano diventati adulti, avevano cambiato e al tempo stesso subito le regole della musica e della società, di cui loro stessi erano stati partecipi.
La compostezza dei costumi, unita a quella della musica, nascondeva i contenuti a quei tempi ben più sconcertanti nei testi. Non a caso erano gli anni della liberazione sessuale, delle droghe intese come mezzo per spalancare le porte dell’immaginazione.
Eppure in quel 1969 l’atmosfera velatamente surreale di cui si erano nutriti fino a quel momento cominciava a sgretolarsi. Dal White album si erano sempre fatte più presenti liti e discussioni, poi sfociate nello scioglimento del 1970. Nel film Let it Be si vede George Harrison che risponde a una richiesta di Paul McCartney dicendo:
Ok. Vabbè, non m’importa. Suonerò quello che tu vuoi che io suoni, oppure non suonerò per niente, se è questo che vuoi. Farò tutto quello che vuoi, per farti contento.
Alla fine i Beatles si esibirono, tutto il resto è storia.
Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Wednesday Week - The Undertones” Rinnovata nell’ormai lontano 2010 secondo il progetto di Silvia Venturini Fendi, che ne è da allora il presidente, Altaroma è l’ente organizzativo della Fashion Week Indipendente, che si tiene due volte l’anno (a gennaio e a luglio ndr) negli spazi più “in” della Capitale. Il ruolo che la Capitale si è ritagliata con grande intelligenza è quello […]
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