Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Human Behaviour – Björk”
“Il vintage sta bene con tutto ma principalmente con l’esigenza di ridurre ai minimi termini i consumi e le emissioni dovute alla produzione e al confezionamento di nuovi capi d’abbigliamento”, deve aver pensato proprio questo H&M quando, circa due settimane fa, ha effettuato un consistente investimento nel capitale della piattaforma rivenditrice di abiti di seconda mano: Sellpy.
Il colosso svedese, da anni tra i principali leader nel settore del “fast-fashion“, ha disposto questo nuovo finanziamento al fine di incentivare lo sviluppo di Sellpy, azienda anch’essa di origine scandinava, che si occupa della rivendita di indumenti moda usati al fine di promuoverne un uso e consumo circolari volti allo sviluppo di un’economia tesa all’eco-sostenibilità.
H&M era già entrato nel capitale finanziario di Sellpy nel 2015, ad appena un anno dalla nascita della piattaforma, come azionista di minoranza, mentre oggi è arrivato ad acquisire il 70% dell’intero capitale attraverso CO:LAB, la propria filiale di investimento, che ha già messo in atto ulteriori strategie che in futuro permetteranno all’azienda di ottenerne percentuali ancora superiori.
Un’intelligente opportunità commerciale, questa, che da un lato porta H&M all’interno di un settore in repentina crescita, quello della vendita di articoli di seconda mano, espandendone il raggio d’azione e che, al contempo, le consente di fornire ai propri clienti un’esperienza di shopping “eco-friendly” e attuale.
Dei circa 4,5 milioni di Euro (più o meno 50 milioni di Corone svedesi) che il gigante del retail ha già investito, una parte verrà impiegata per il lancio europeo e successiva espansione internazionale di Sellpy, che sembra dover partire dalla Germania.
E se, dalla sua parte, H&M si sente fiduciosa di esplorare le frontiere di quello che potrebbe essere il più immediato futuro della moda, il CEO della neonata (o quasi) Sellpy, Michael Annör, descrive la propria start-up come:
Entusiasta di collaborare più da vicino con il gruppo H&M, per consentire a tutti di vivere secondo i principi dell'”economia circolare” in Svezia o altrove.
Michael Annör
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