Young ASCOLTA LA DIRETTA
Deep
Relax
Passion
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Il bacio di Klimt – Emanuele Aloia”
Se io adesso vi dicessi “Arte, Austria e Oro“, cosa – o meglio, chi– vi verrebbe in mente?
Domanda inutile visto che avete già letto il titolo, eh? -Fate finta di non saperlo-.
Comunque si, oggi si parla di Gustav Klimt.
Come detto prima, quando si pensa a Gustav Klimt si pensa all’oro, alle figure estremamente umane circondate da questi motivi completamente esterni alla realtà.
I suoi quadri più famosi sono quelli in cui i motivi geometrici vengono fusi dall’estremo realismo dei soggetti, creando un contrasto inimitabile. -Dico così perché alcuni hanno provato a replicare il suo stile, ma non con risultati soddisfacenti o degni di nota-.
A volte però queste figure non sono così dettagliate come lo è quello di Judith: in alcuni casi le figure vengono distorte o rese estremamente plastiche e sottili, come ad esempio quelle de Il Bacio o del Fregio. Ma anche quelle sono figure iconiche del suo stile.
Come ho appreso visitando la Mostra di Klimt a Roma, spesso abbiamo un’immagine errata delle opere dell’artista austriaco.
Durante quel percorso mi è giunta la conclusione -è arrivata lei a me senza che io me ne rendessi conto. Ha fatto tutto da sola– che Klimt non aveva un singolo stile:
Lo si vede infatti spaziare dal realismo fuso alla geometria aurea di Judith e del Ritratto di Adele Bloch-Bauer, all’iper-realismo della Signora in nero –giuro che una fotografia ha meno dettagli di quel dipinto. È strabiliante.-, alle figure longilinee del Fregio, ai ritratti poco accurati ma riconducibili all’attualità del pittore.
E qui la domanda sorge spontanea: come facevano tutti questi stili a convergere nelle sue sole mani?
Risposta fittizia appena inventata da me: soffriva di personalità multipla e ognuna aveva un suo stile.
-Ripeto: non è vero-.
Ci sono cinque opere di Klimt che hanno sicuramente una storia interessante, anche se forse è più onesto dire tre opere.
La saga delle facoltà è composta da tre dipinti ormai andati perduti. Fu un lavoro assegnato a Klimt e Matsch dal Ministero per l’Istruzione austriaco, così i due artisti si divisero i compiti: il primo si sarebbe occupato delle facoltà di medicina, giurisprudenza e filosofia; mentre il secondo avrebbe dipinto teologia e il tema centrale. Peccato però che i quadri di Klimt risultarono polemici e sembrava quasi che insultasse le facoltà, e poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, vennero distrutti. Fortunatamente stanno venendo ricostruiti in digitale grazie a delle fotografie.
Il Ritratto di Signora è invece un quadro che custodisce un grande mistero; ma partiamo dall’inizio. Gustav dipinse un quadro di una giovane donna con un grande cappello che però, dopo una mostra, scomparve. Letteralmente. Se ne persero le tracce e si pensò che fosse stato rubato. Recentemente è invece stato scoperto che il quadro che noi conosciamo come Il Ritratto di Signora è stato dipinto sopra all’altro e ciò è stato notato grazie alla somiglianza compositiva dei due dipinti. -È come quando non trovi il telefono e allora chiami tua madre con il tuo cellulare per farti dire dov’è o come quando non trovi gli occhiali perché ce li hai sul naso!-
L’ultimo è invece il già sopra nominato Ritratto di Adele Bloch-Bauer, una nobildonna austriaca. Attualmente il quadro si trova a New York, ma per arrivarci la nipote di Adele ha dovuto affrontare una Causa –sì, con la C maiuscola– contro il governo austriaco. La storia è raccontata benissimo nel film Woman in Gold, ma per riassumerla: praticamente il quadro in realtà apparteneva alla nipote di Adele come eredità, però questa era dovuta scappare dall’Austria durante la Seconda Guerra Mondiale; così, ad un certo punto, decide di provare a riavere il ritratto della zia.
Qual è invece il dipinto di Klimt che preferite voi?
Written by: Aurora Vendittelli
Tempo di lettura 3 minuti
© 2023 voicebookradio.com Cod.Fiscale 97824430157 - P.Iva 10494570962 - Licenza SIAE n.6671 - anno 2023
Post comments (0)