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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Here Comes The Sun” – The Beatles
Nascosto tra i meandri dei film di animazione c’è “Bee Movie”, un film sulle api. Ma, dato che è stato ideato dai creatori di Shrek, ovviamente non è solo un film sulle api, è molto di più: trama, significato e tutto ciò che è stato costruito attorno a questo film rasenta il limite dell’irrealtà, quindi la lettura è consigliata in compagnia di una bottiglia di Cognac. Non dilunghiamoci oltre, fatevi il primo bicchiere e sappiate che non sarà l’ultimo.
La trama sembra scritta durante una serata ad alto tasso di etanolo. Barry B. Benson – si, la B è uno dei mille giochi di parole che non ripeterò – è un ape che, dopo essersi laureata, si rifiuta di passare il resto della sua vita a lavorare alla produzione di miele.
Così decide di accettare la sfida di un gruppo di bulletti e vola via dell’alveare insieme alle api addette alla raccolta del nettare. Con una serie di imprevisti degni di un film di Fantozzi, si ritrova ad infrangere la regola madre dell’alveare: parlare con gli umani. Il soggetto con cui intrattiene una lunga chiacchierata è una fioraia, che ovviamente rimane totalmente infatuata da Barry grazie alla comune passione per i fiori – e ci tengo a ricordare che Barry è un ape -. Dopo il “momento romantico“, il protagonista scopre che gli umani sfruttano le api in allevamenti intensivi per produrre il miele, e decide di agire come qualunque invertebrato farebbe: mette su una causa contro gli umani.
Tramite un miracolo natalizio la causa avviene ed è vinta dalle api che, in pieno stile Gomorra, si riprendono tutto il miele sul mercato – e arrestano il cantante Sting. – Le api, non avendo più bisogno di lavorare per l’inflazione di pappa reale, segnano la fine del mondo: niente api, niente impollinazione, niente piante e, di conseguenza, niente ossigeno. Per non divenire autore di un genocidio, Barry e quella che è, sicuramente, la sua fidanzata – guardiamoci negli occhi, stanno insieme quei due -, partono per recuperare gli ultimi fiori rimasti sulla Terra e dare il via ad una nuova impollinazione.
Il film si chiude con un’infinità di api che fanno atterrare un aereo durante una tempesta e con la riuscita del piano di Barry. No, non sto scherzando.
Ovviamente, essendo un film per bambini, è normale che la trama sia surreale, anche se a questi livelli si tocca la follia psichica. Purtroppo però siamo nel 2023, ed una cosa chiamata sesta estinzione di massa esiste realmente e le api sono proprio sull’elenco degli animali che ne stanno facendo parte.
La morale del film, in realtà, sarebbe l’inseguire i propri sogni nonostante le circostanze, proprio come l’ape Barry che, invece di diventare una semplice operaia, apre uno studio legale mentre si dedica ai fiori. A sedici anni dall’uscita del film, invece, la scomparsa delle api è una faccenda seria, e come direbbe la mia cara professoressa di scienze: “Ci troviamo a dover cercare una soluzione per un problema che non sarebbe mai dovuto esistere“. La morte di numerosi esseri viventi a causa dell’inquinamento è reale, purtroppo, diversamente dall’ape avvocato.
Ma chiudere un articolo sulle note amare non è sicuramente nel mio stile, quindi ora tocca sfoggiare la mia ricca cultura dell’internet. Penso che tutti voi, fidati lettori, conosciate o abbiate almeno una volta sentito la canzone “Gangsta Paradise” di Coolio. – Nel caso non l’abbiate fatto, vi consiglio vivamente di farlo. – Per un motivo a tutti sconosciuto, un genio, che Albert Einstein gli spiccia la cucina, ha cambiato completamente il sound di tutto il film, e vi ha sostituito proprio la canzone di Coolio. Modificando anche la palette dei colori, per farlo sembrare ancora più Bronx, ecco il risultato.
La scena migliore, a mio onesto parere, è ovviamente quella della battaglia legale, nella quale l’avvocato degli umani ed un amico del protagonista se la rappano di santa ragione come in “Scary Movie 3”. Ovviamente questo video è malvisto da Youtube, in quanto viola, sotto certi punti di vista, le norme del copyright nonostante non sia un upload clandestino del film. – In pratica, sbrigatevi a dargli un’occhiata. – Se, quindi, volete sentirvi in colpa perché, in un certo senso, siete anche voi parte del meccanismo che porterà alla fine della vita sulla Terra, andate su Netflix e guardate la versione originale, ma se volete farvi amare dal sottoscritto sarà il vostro cuore a dirvi quale, tra le due, è la migliore.
Scritto da: Alessandro Vitrano
Written by: Aurora Vendittelli
Tempo di lettura 2 minuti
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