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Guarda in camera: La guerra delle formiche

today5 Aprile 2023

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “La guerra di Piero”- Fabrizio De Andrè

La guerra più discussa in film, libri e che è, giustamente, la prima che viene in mente quando si parla di guerra mondiale è la seconda. Negli ultimi anni, però, questa tendenza è  cambiata e sono usciti ben due film che parlano della sua sorellona: “1917 e “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. L’ambientazione, però, è l’unico denominatore che hanno in comune. 

Sulle spalle di un soldato

La prima differenza sta proprio alla base delle due storie: “1917” è un film ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, ma questo non è fondamentale per la trama. Il film racconta la missione di due soldati inglesi: Will e Tom. La trama si concentra, con momenti di profonda amicizia tra i due, nel farci fraternizzare con loro come fossimo un terzo commilitone. Il regista, per darci questo effetto, usa il piano sequenza, una tecnica che vuole una totale assenza di tagli -perlomeno visibili- mettendo a stretto contatto lo spettatore con i protagonisti. La falla di questo grande viaggio, però, sta nel fatto che non rappresenta la vita di un soldato della Prima Guerra Mondiale. Di per sé non sarebbe un problema, ma slega questa storia dalla sua ambientazione rendendola intercambiabile con qualsiasi altra guerra del ‘900.

In questo “Niente di nuovo sul fronte occidentale” fa l’esatto contrario, descrivendo il tipico gruppo di ragazzotti tedeschi che partirono da volontari, speranzosi di fare una scampagnata a Parigi. Questa storia non racconta di Bäumer, Kropp o Ludwig ma di tutti i ragazzi come loro. Il carattere corale del film, nonostante sia un leitmotiv per tutta la sua durata, è chiaro nella prima e nell’ultima scena, che non spiego perché sarebbe spoiler.

Compagni

Non mi è piaciuto vedere, poi, come in “1917” è stata come affrontata la tematica dell’omicidio e, in generale, la figura del nemico. Durante la scena dell’aviatore, appena il tedesco viene soccorso dai due inglesi, si ribella e subito cerca di ucciderli. Fermiamoci a riflettere, però, e chiediamoci “perché?”: quella era la sua unica possibilità di sopravvivere ma lui la butta via. La vedo solo come un cercare di far vedere quanto il nemico sia cattivo rispetto al povero martire che lo aiuta. 

Definizione di guardarsi le spalle

“Niente di nuovo sul fronte occidentale” affronta delle dinamiche simili, ma in maniera molto più intelligente. Bäumer, il protagonista, si ritrova durante un attacco in una situazione “alla Guerra di Piero” e, per salvarsi la vita, spara per primo. Il francese che ha colpito, però, non muore subito. Bäumer è bloccato con il corpo agonizzante in un cratere, bloccato dal fuoco nemico. In questo tempo cerca, per prima cosa, di soffocare i suoi rantoli, ma poi si sente in colpa e prova a dargli una ripulita dal fango, gli parla usando le due parole in francese che gli aveva insegnato la madre. Facendo questo scopre la sua carta di identificazione: è un tipografo e ha una moglie e una figlia. Ci sono anche delle foto. In questa scena vediamo il conflitto che c’è tra sopravvivenza e compassione del soldato e lui stesso realizza che non solo lui è una persona e che quel “nemico” non è tanto diverso da sé.

Ne è valsa la pena

In entrambi i film ci sono le classiche morti tragiche da film di guerra, ma c’è una differenza fondamentale: il fine. “1917” è, in sintesi, la storia di una missione e, proprio per questo, la morte di uno dei protagonisti è messa in conto dallo spettatore in quanto incidente di un percorso con una meta precisa: il salvataggio del 2° battaglione di cui fa parte il fratello di Tom.

Il gioco non vale l’oca

In guerra, però, o perlomeno durante la Prima Guerra Mondiale il 90% dei morti era vano e senza un fine preciso. Nessuna delle morti in “Niente di nuovo sul fronte occidentale” è considerabile un sacrificio, lasciano l’amaro in bocca proprio per questo. L’esempio cardine è la missione “per la gloria” a 15 minuti dall’armistizio che chiude la storia. Le morti di questi giovani sono tragiche proprio perché senza scopo né epilogo. La verità, però, è questa.  Sintetizzando, “1917” è un film che sceglie di rappresentare la Prima Guerra Modiale senza la pretesa, però, di raccontarne la tragicità, “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, invece, ne fa la sua essenza.

Scritto da: Flavio Gentile

Written by: Aurora Vendittelli

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