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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “As it was” – Harry Styles
Si è finalmente svolta la serata dei Grammy che aspettavamo tanto. Beyoncé si porta a casa quattro statuette aggiungendole alle ventotto conquistate negli anni divenendo così l’artista con il maggior numero di vittorie di sempre.
Ma non è stata solo lei la protagonista della serata, ovviamente. Nel parterre c’era il fior fiore della musica mondiale del momento e si sono avvicendati sul palco i grandi nomi della produzione musicale dell’ultimo anno, a suon di outfit scintillanti e i sorrisi delle grandi occasioni.
Chi trionfa ancora è Harry Styles che raccoglie un bottino incredibile e soprattutto conquista la vittoria più ambita, quella dell’Album of the Year. Ma andiamo con ordine e facciamo un conteggio preciso dei “grammofoni” e degli artisti che li hanno vinti.
La splendida regina della serata ha riscritto la storia dei Grammy Awards. E’ divenuta, infatti, l’artista con il maggior numero di statuette di sempre arrivando a ben 32, superando così il record detenuto da Georg Solti. I premi vinti sono stati “solamente” quattro: Best Dance/Electronic Recording per Break My Soul, Best/Dance Electronic Album per Renaissance, Best Traditional R&B Performance per Plastic Off the Sofa e Best R&B Song per Cuff it.
Un’altra pagina della storia dei Grammy Awards è stata scritta da Sam Smith e Kim Petras che hanno trionfato come Best Pop Duo/Group Performance con Unholy rendendo così la cantante tedesca la prima donna transgender a vincere una statuetta. Anche in questo caso l’outfit dei due ha fatto la differenza, confermando il loro grande carisma e soprattutto l’intesa artistica che li ha portati alla vittoria.
Un’altra attesissima protagonista dell’evento è stata la prorompente Lizzo. Brillante, luminosa e sorridente nel suo otufit argentato che non passava di certo sott’occhio. Lizzo ha avuto la meglio nella categoria Record of the Year grazie al brano About Damn Time, primo singolo estratto dall’ultimo disco Special. Come vi avevo raccontato nell’articolo di lancio dei Grammy, il suo brano è stato trainato in alto anche dalla grande diffusione che ne è stata fatta sulla piattaforma di TikTok. Il contributo del social è stato fondamentale, pur essendo il brano stesso, già validissimo da sè.
Poteva mancare Taylor Swift alla nostra lista? Certo che no, proprio lei che sul carro dei vincitori è abituata ad avere il posto d’onore. Stavolta il “bottino” che si porta a casa è minimo, ma non da sottovalutare. Quest’anno ha aggiunto solo una statuetta alla sua bacheca grazie alla vittoria nella categoria Best Music Video per All Too Well: The Short Film.
Un altro artista che porta a casa un solo premio, ma molto significativo, è Bad Bunny che ha vinto nella categoria Best Música Urbana Album grazie a Un verano sin ti con cui si è già tolto molte soddisfazioni nell’ultimo anno. Col suo album è diventato l’artista dell’anno per Apple Music.
Restando in pieno Rap non posso non citare Kendrick Lamar che ha portato a casa due statuette: Best Rap Performance grazie al brano The Heat Part 5 e Best Rap Album per Mr. Morale & the Big Steppers.
Il premio Best Rock Album è andato a Patient Number 9 di Ozzy Osbourne. Di questo c’è da essere particolarmente felici poichè negli ultimi tempi il caro Madman non sta vivendo un buon momento storico. E’ notizia dei giorni scorsi, infatti, che abbia deciso di annullare la tournée europea, già più volte rimandata, a causa dei problemi alla schiena, aggravati dalla caduta di quattro anni fa e dal morbo di Parkinson. Ma non è ancora un ritiro totale e questo premio mi auguro che sia una buona benzina per Ozzy.
Anche il buon Michael Bublé porta a casa il suo personale grammofono per il Best Traditional Pop Vocal Album con il disco Higher. A tutti coloro che continuano a considerare la sua splendida voce ad appannaggio delle canzoni natalizie, Michael ha risposto con questo disco uscito lo scorso anno in tempo pasquale -che smacco!- che gli sta regalando gran belle soddisfazioni. Una riconferma del suo grande talento e del suo stile indiscusso. Come sempre.
Senza dubbio il protagonista del gala è stato Harry Styles che è stato un vero mattatore. Sul red carpet si è concesso generosamente ai flash, ha fatto scatenare il pubblico con una performance abbagliante -complice anche una tutina terribilmente glam!- e ha ritirato tre premi: Best Vocal Album, Album of the Year e Best Engineered Album, Non-Classical grazie al disco Harry’s House che ormai è campione assoluto di vendite da un anno.
Doppietta per il duo Wet Leg che ha trionfato nelle categorie Best Alternative Music Performance con Chaise Longue e Best Alternative Music Album per Wet Leg. Brandi Carlile ha avuto la meglio in tre categorie: Best Rock Performance e Best Rock Song per Broken Horses e Best Americana Album per In These Silent Days.
Marc Anthony ha invece conquistato la vittoria nella categoria Best Tropical Latin Album con Pa’llá Voy. Mentre Bonnie Raitt ha raccolto ben tre statuette: Song of the Year e Best American Roots Song per Just Like That e Best Americana Performance per Made Up Mind.
E ancora Samara Joy ha vinto come Best Jazz Vocal Album per Linger Awhile e come Best New Artist.
A scaldare ancora di più l’atmosfera della serata ci hanno pensato i presentatori che si sono alternati sull’immenso palcoscenico. A partire dalla First Lady Jill Biden a Chris Martin dei Colplay che ha annunciato il Record of the Year. E ancora Olivia Rodrigo e Jennifer Lopez fino a Shania Twain e alla divina Madonna che ha lanciato anche un significativo messaggio dal palco.
“Se ti chiamano scioccante, scandalosa, problematica, provocante o pericolosa, significa che ce la stai facendo”.
Si chiude così il sipario sui Grammy 2023, con l’amaro in bocca per la vittoria mancata da parte dei nostri Maneskin, ma con il pieno di emozioni e musica che ogni anno questo evento promette e mantiene. Alla prossima edizione!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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