Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “More Than Words – Extreme”
Oggi 7 Febbraio ricorre la Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo, un appuntamento molto importante per riflettere su quelli che in Italia sono dati ancora a dir poco allarmanti: stando al rapporto del CNDDU, Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, il 66,9% dei giovani ne è vittima.
Volendo considerare la questione sotto un profilo più ampio, i numeri non si fanno più rassicuranti: della totalità dei ragazzi, l’81,3% è stato spettatore di un atto di bullismo, fenomeno che vede la scuola come il principale teatro dove si sviluppano questi episodi (il 57,3% delle vittime rivela di aver subito
momenti di questo tipo in classe e comunque il 34,9% all’interno degli istituti).
Riflettiamo un momento su cosa ci stanno dicendo questi dati: più di un bambino su due è stato bullizzato almeno una volta. Più della metà di una classe qualunque in una scuola qualsiasi. Una percentuale tutt’altro che normale e accettabile, e che come tale non andrebbe presa sottogamba.
Capita dunque a fagiolo questa ricorrenza di respiro nazionale, che a braccetto con l’Internet Safer Day dell’11 Febbraio offre l’occasione perfetta per organizzare negli istituti di ogni ordine e grado di tutta Italia una serie di iniziative promosse dal MIUR per diffondere una corretta informazione sul fenomeno e per lavorare con i suoi attori principali in direzione dell’eliminazione di episodi di questo tipo.
Ma il peso di quest’importante responsabilità non deve ricadere totalmente sui ragazzi: questa la motivazione per cui, parallelamente alle attività dedicate ai ragazzi – tra le quali spicca la proposta di far pubblicare sul sito di ogni scuola un simbolo a scelta tra slogan, elaborato grafico, motto o fotografia realizzato dagli studenti e focalizzato a riflettere sul tema – è stata avanzata la proposta di somministrare un questionario alla fine di ogni anno scolastico agli alunni, in modo che i docenti possano monitorare la situazione e accertarsi che nessuno di loro stia vivendo una condizione di particolare fragilità, e soprattutto lavorare su un maggiore coinvolgimento dei genitori, essenziali per imparare a riconoscere tempestivamente eventuali segnali di disagio, nell’educazione dei giovani e nell’accompagnarli verso una corretta navigazione in rete, altro luogo non fisico dove spesso e volentieri avvengono episodi di (cyber)bullismo.
Solo instaurando una corretta alleanza tra adulti e ragazzi sarà possibile dire finalmente addio a questo odioso e radicato fenomeno dove l’omertà e la debolezza di chi colpisce o preme ‘invio’ la fanno da padroni, senza mai lasciare alcun reale vincitore in piedi sul ring.
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