Oggi, 29 Luglio, si celebra la nona Giornata mondiale della tigre, in onore di quel magnifico felino di grandi dimensioni che, proprio per la sua bellezza, rischia di scomparire nel giro di appena un decennio: è davvero inquietante constatare come si contino più tigri in cattività negli zoo statunitensi che esemplari in libertà in tutto il resto del mondo.
Le cause principali di questo drammatico scenario, che sono il bracconaggio e la deforestazione, sono state discusse a livello internazionale al fine di comprendere quale sia la strada migliore da intraprendere per invertire la tendenza del fenomeno in atto. Frutto principale di questo incontro è stato “Tx2”, una strategia di conservazione che si prefigge di raddoppiare il numero attuale di tigri entro il 2022.
Se all’inizio del secolo scorso si contavano ben 100mila esemplari in tutto il mondo, negli ultimi anni il numero di tigri era sceso a poco meno di 3200 sopravvissute, per una riduzione del 97% della popolazione allo stato selvatico di questo splendido animale. Fortunatamente, come segnala Michael Baltzer, leader del WWF Tigers Alive, qualcosa si sta effettivamente muovendo a seguito dell’iniziativa Tx2: stando ad un recente censimento, siamo tornati a circa 3900 esemplari. Appare necessario ora più che mai velocizzare il ritmo di questo ripopolamento coinvolgendo governi e centri di potere:
Per raggiungere l’obiettivo Tx2 abbiamo bisogno della collaborazione di governi, aziende, comunità locali per sostenere gli sforzi di conservazione.
Michael Baltzer
Sentiremo ancora in lontananza tra dieci anni il ruggito della tigre quando visiteremo una foresta tropicale?
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