Qui è morta la speranza dei palermitani onesti.
Accadeva proprio ieri, il 3 Settembre del 1982: a seguito dell’ennesimo attentato di stampo mafioso, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa perdeva prematuramente la vita nella città di Palermo. Sempre in quelle maledette ore, al funerale al quale presenziò il giudice Giovanni Falcone in persona, una folla di palermitani sconvolti da tanta atrocità salutava l’ultima vittima della mafia con questa scritta, un’aperta accusa alle subdole organizzazioni criminali e insieme un messaggio di esasperazione nei confronti delle figure politiche allora vigenti, dalle quali gli onesti cittadini si sentivano come abbandonati.
E proprio per mantenere vivo il ricordo di quanto è stato, si è tenuto ieri sera in via della Tenuta della Mistica di Roma un evento improntato sulla riflessione e sul raccoglimento da parte di coloro che hanno combattuto e che combattono quotidianamente per ogni cittadino in nome della libertà e della non violenza, anche a costo della vita; dei valori che nemmeno una pistola potrà mai spegnere, ma anzi ravvivare e spingere ad ardere ancora più forte: la Giornata commemorativa per il generale Carlo Alberto dalla Chiesa.
Immancabile la presenza del colonnello Sergio De Caprio, il quale ci ha concesso un’intervista poco prima del suo intervento sul palco, dove si è alternato ai microfoni con i suoi compagni dell’Associazione Volontari Capitano Ultimo Onlus per ricordare il generale caduto per mano della mafia toccando temi fondamentali come la verità, la giustizia e la responsabilità. Bisogna che tutti si pongano delle domande, che ognuno di noi abbia il desiderio di capire come vanno le cose e soprattutto bisogna diffondere la voglia di scoprire cosa abbiamo intorno: combattiamo l’indifferenza, l’omertà e l’accettazione passiva di situazioni che vanno cambiate. E per farlo, come già anticipato in una precedente intervista a cui abbiamo recentemente avuto occasione di sottoporlo nel Liceo Kennedy di Roma, si deve partire dai giovani, dalle scuole, da chi il mondo un domani dovrà farlo.
Al termine degli interventi abbiamo seguito il nutrito gruppo di partecipanti verso il monumento al generale, in un momento di raccoglimento che è valso più di mille parole per lasciare sedimentare quanto discusso durante la serata.
Siamo stati molto onorati di avere la possibilità di presenziare ad un evento del genere in qualità di radio ufficiale e di attuare, nel nostro piccolo, l’idea di lotta all’indifferenza e di riflessione propugnata da Sergio Di Caprio.
Ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per potere continuare a guardare negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli.
Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa
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