Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “These Are The Days Of Our Lives” – Queen
Era il 30 maggio 1991. I Queen registravano quello che sarebbe stato l’ultimo videoclip di Freddie Mercury, che morì il 24 novembre di quell’anno.
Il virus dell’HIV l’aveva colpito qualche anno prima e lui ne portava i segni addosso. È molto facile riconoscere in quel brano, e in tutto l’album Innuendo, il suo testamento musicale.
India, Africa, Inghilterra
Freddie Mercury era nato a Zanzibar il 5 settembre 1946, col nome di Farrokh Bulsara. Si era trasferito in Inghilterra nel 1964, dopo aver passato l’adolescenza tra l’India e l’isola natale. Il suo talento naturale nell’arte era evidente nella sua capacità nel disegno e dai suoi progressi con la musica. Imparò a suonare il pianoforte nel collegio St. Peter boy’s school, su sollecitazione del preside che aveva notato questa sua propensione. Veniva, così, plasmato un mito.
Arrivato in Inghilterra, infatti, comincia a frequentare diverse band a cui dava spesso consigli e ispirazioni. Di alcune fece anche parte, e conobbe, quindi, diversi musicisti, fino ad incontrare Brian May e Roger Taylor. Farrokh aveva già preso il nome di Freddie, e aveva un aspetto e un carattere molto eccentrici. Conquistava chiunque col suo carisma. Se dal piccolo nucleo composto da lui, May e Taylor sono nati i Queen, la maggior parte del merito è suo.
I Queen…
Canzoni indelebili nella storia della musica, con testi profondi e melodie che rimangono impresse. Brani che sono diventati col tempo colonne sonore di vita, oltre che di eventi sportivi e scene di film. Ai mondiali si canta We Are The Champions, e tutti ricordiamo la corsa folle di Luca sulle note di Don’t Stop Me Now in Notte Prima degli Esami, Oggi. E, magari, alle elementari, ci divertivamo a battere le mani a tempo di We Will Rock You. E queste sono solo alcune delle più belle canzoni della storia, delle quali il vertice fu, senza ombra di dubbio, l’immensa Bohemian Rhapsody.
Nella vita ha avuto solo una donna, prima di dichiarare la sua omosessualità. Mary Austin era sua “moglie”, nonostante lui non l’abbia mai sposata. Una relazione lunga sei anni, e anche questa con un sottofondo musicale particolare. Freddie scrisse Love Of My Life per Mary. Una storia d’amore in teoria finita per la presa di coscienza dell’omosessualità di Mercury. Ma in realtà non si separarono mai. Lui la considerava davvero come la sua consorte e lei ha anche confermato che, effettivamente, lui ha rispettato le promesse, e lo stesso ha fatto lei. Sono rimasti sempre l’uno accanto all’altra, fino alla fine.
… e Freddie
Freddie aveva pensato alla maestosità del nome Queen, lui aveva indossato la corona e il mantello, stregando il pubblico. E con l’altro leader Brian May si divertiva anche a fare a gara su chi scriveva la canzone più bella. Iconici i suoi capelli lunghi, e poi i baffi. Il taglio di quei baffi alla fine degli anni Ottanta. E anche una dentatura particolare, c’è da dire. Un personaggio che nel successo ci è sprofondato, per alcuni versi.
Una pausa dal fenomeno Queen, dal 1982 al 1983, e un tentativo di carriera da solista. Freddie creò due album a suo nome. Mr. Bad Guy contiene diverse canzoni pensate per i Queen, e che quindi, forse, avrebbero avuto bisogno dell’intero gruppo per avere successo. E poi Barcelona, con la collaborazione del soprano spagnolo Montserrat Caballé, con una title track da brividi. Per il resto solo la Regina, ricerca costante e sperimentazione del Rock in tutte le sue forme. Dopotutto, Freddie con quella voce avrebbe incantato chiunque. Accostata poi alla chitarra di May, alla batteria di Taylor e al basso di John Deacon, è stata creata una leggenda.
Ma un mito non poteva non avere una discesa agli Inferi. Era il 1987 quando Freddie scoprì di essere affetto da AIDS. Un brutto colpo, che però non condivise fin da subito con i suoi più cari amici. Un problema grave che ha fatto emergere col tempo. Da quel momento per lui è esistita solo la musica, e ha prodotto finché le forze glielo hanno permesso. Cominciò a dimagrire, sviluppò il sarcoma di Kaposi, aveva gravi difficoltà respiratorie. A un certo punto neanche camminava più.
These Are The Days Of Our Lives
Ed è in questo momento che arriva These Are The Days Of Our Lives. Immagini in bianco e nero, i primi piani di un Freddie quasi scheletrico, pieno di trucco per coprire i segni della malattia. Un Freddie che rimane quasi immobile, per tutta la durata del video. Dopo che per anni non ha fatto altro che saltare da una parte all’altra del palco, tra un pianoforte e un microfono. Il vecchio esuberante Freddie non c’era più. Ma era rimasto quello che amava la musica più di sé stesso. Diverse pause tra una registrazione e l’altra e uno sforzo immane per rimanere in piedi. Tutto questo per dire “I still love you”. Frase che aveva già detto in Love Of My Life, e che allora era stata ripresa da Taylor per scrivere questo nuovo brano. Una canzone che è diventata, effettivamente, una dichiarazione d’amore del frontman dei Queen.
Un uomo che, alla fine della sua vita, capisce di non aver mai smesso di amare. Amare il suo compagno di vita Jim Hutton. Amare il suo immenso pubblico, che continua tutt’ora a sognare al suono della sua voce. Amare Mary, Brian, Roger, John. Amare i suoi gatti. Amare la musica.
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