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Cultura

Fra le righe: “Finché il caffè è caldo”

today23 Luglio 2021

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “The Curse”- Agnes Obel

Ho raccontato questa storia almeno un milione di volte, ed ora assomiglia al ritornello di una canzone già nota. Diventerà per te una colonna sonora che risuona nella tua testa. E se è questo ciò che vuoi, la racconterò di nuovo. L’albore di questo amore, è un introduzione che avrà sempre nuovi inizi. E avrà il mio nome: Annie.

Come può una storia avere nuovi inizi, ti chiederai. E se te lo proponessi, qui, adesso? Fermati, ad ascoltare.

Mi ricordo ancora le pieghe di quel pontile di legno e il soffio del vento che poggiava la testa tra i suoi capelli stanchi e assonnati insieme alle mie fragili rughe. Il lago era quieto. Eppure lo stormo di uccelli annunciava una danza nel vento. E con quel vestito vedevo che lei cercava di sporgersi poco dal pontile, aveva paura di vedere il suo volto riflesso, insieme allo scorgere silenzioso delle colline e del fumo che proviene da case lontane. Alle pendici di questo silenzio socchiudevo gli occhi e lasciavo una piccola fessura per far entrare la luce dell’ultimo sole, per vederla un’ultima volta su quel maledetto pontile.

E tutto prese vita: le onde del lago divennero un pianista che s’innalzava e snodava le dita tra i tasti bianchi e neri. Intrecciati, nervosi, liberi. Gli uccelli improvvisarono questa sinfonia e gli alberi divennero dei cantastorie impoveriti dal freddo del lago. Si trascinarono nel vento e nel tempo del mio silenzio, in questa sinfonia fluida appena vibrata dalla natura umana. Non mi lasciarono.

Sorseggiai piccoli rimasugli del calore di questa magia ed Annie sorgeva in lei. Nelle sue parole, nei tormenti, nel suo sangue. Nella sua poesia, la mattina, durante il crepuscolo che pitturava i suoi capelli. Ed io l’amavo, amavo guardare come Annie covava amore nella sua testa. E immaginavo già il suo modo di respirare, di prendere le sue mani, quando tenterà di farla addormentare sul suo seno, la pancia, i suoi fianchi. E il suo amore, l’amore di una madre è intriso nel suo stomaco ed esploderà, per lei, solo per lei. 

Se fosse mai nata, se non fosse mai stata abbandonata, la storia di un rimpianto, di una coscienza. Se avessi la possibilità di tornare indietro e rivivere un momento del tuo passato rimpianto nel tempo, bevendo un semplice sorso di caffè, lo faresti? Fra le righe ti porta indietro nel tempo, prepara una zolletta di zucchero.

In Giappone, finché il caffè è caldo, la tua vita avrà il sapore del “ritorno”

“Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale! Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata. Infinita letizia della mente candida! Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.” 

Non ero così distante dal pensiero di Alexander Pope, eppure c’era un tormento che non mi abbandonava. “L’incolpevole vestale” è una frase che trovai, quando un uomo dalla carnagione olivastra sul marciapiede delle strade di Tokyo, mi diede questo volantino. Alexander Pope faceva da cornice all’annuncio sul quel foglio stracciato, ed era solo l’inizio di una lunga storia che si è ripetuta e non ha smesso di manifestarsi nella mia vita.

Erano giorni che aleggiava la voce che qui in Giappone c’è una caffetteria speciale, dentro la quale, c’è solo un tavolo che ti porta indietro nel tempo ed è quasi sempre occupato da una misteriosa donna vestita di bianco. “Ti verrà servito un caffè che ti porterà indietro nel tempo e potrai rimanere nel passato soltanto finché il caffè sarà caldo. Bada che non si raffreddi, altrimenti rimarrai intrappolato nel momento esatto in cui hai deciso di tornare.”

Non feci in tempo a finire di leggere, che l’uomo, mi disse cosa annunciava la caffetteria in periferia.

Mi voltai, ed era scomparso nel nulla. Presi coraggio, volevo ritrovare Annie, non avevo altra scelta. Il tempo del rimpianto mi stava bussando alla porta e decisi di andare a bere quel caffè.

L’ultimo sorso di caffè, verso la fine del rimpianto. 

“E’ l’ultima volta che mi vedrai, se chiuderai quella porta. Non permetterti di vivere nel rimpianto. Anna è l’amore che cuce dentro di te le tue ferite, i tuoi sbagli. Permettiti di cogliere un grammo di sabbia, per far scuotere l’oceano in questa tua vita. Concediti una seconda chance. Abbi il coraggio di amarla. Amare perdutamente tua figlia, te.”

Lei era di spalle, con la mano tremante sul pomello della porta. Il tempo mi stava spezzando il fiato, ma le sue gambe non accennavano a voler restare. Annie sarebbe uscita dalla mia vita, per sempre.

Sta scadendo il tempo e il caffè sta per finire. Hai ancora un secondo per un’ultima battuta di vita.

Cosa sarebbe successo se..? 

“Finché il caffè è caldo” è il libro di esordio dello scrittore giapponese Toshikazu Kawaguchi. Ed è questo che accade nelle vite di Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. E tutti scoprono una verità rilevante, che crea una svolta al loro presente. Sai qual è? 

“Beati gli smemorati che avranno la meglio sui loro errori.” Nietzsche

 

 

 

 

 

Written by: Francesca Aiello

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