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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Awake My Soul” – Mumford & Sons
Quando pensiamo alla comunità LGBT+ ci vengono in mente persone vestite in modi coloratissimi. -A volte inizi anche a guardarti intorno, cercando di individuare l’unicorno che continua a vomitare arcobaleni sulle persone-. Ma, come un vecchio detto ci insegna, non è tutto oro ciò che luccica, quindi ho interrogato Didone Giunta, la persona più colorata della mia università.
“Io mi cerco di accettare ogni giorno perché è un po’ complesso vivere in una società in cui tutto è fatto di cose esterne. Perché noi non siamo superficiali, siamo solo persone che si traducono in qualcosa di visibile, che quindi è visibile.” – Didone Giunta
Vi svelo una piccola regola delle interviste: mai farsi una scaletta precisa, perché durante il discorso spunterà sicuramente fuori un qualche argomento che vale la pena approfondire. E con questo ho finito il breve riassunto di cosa succede ogni volta che inizio un’intervista con i miei coetanei. Quindi dal parlare di apparenza e di sciarpe colorate, siamo finiti entrambi a parlare dell’accettazione di sé stessi, una fase criticissima che non ha mai fine. -Non chiedete come: non lo sappiamo-.
“Ho idea che l’identità non sia qualcosa di definibile. Per me le identità di tutti sono dei quadri di Monet, dei quadri Impressionisti. […] L’identità di per sé, non sessuale. L’identità di com’è, chi è una persona? Chi siamo davvero allo specchio? Chi siamo senza maschere?… Ma le maschere potremo mai toglierle?” – Didone Giunta
Tralasciamo il paradosso del parlare di maschere quando si frequenta una facoltà che ha anche teatro -più o meno- tra le materie. Rispondere a queste domande ci viene spontaneo, perché noi lo sappiamo, in un modo inconscio e spesso contorto, chi siamo. -O forse è meglio dire che sappiamo cosa o chi non siamo?-
“Bisognerebbe accettarsi per quello che si è. E dico anche a livello emotivo, ma soprattutto a livello dei pensieri.” – Didone Giunta
Quindi, come faccio a sapere chi sono, se mi trovo nel periodo di crisi esistenziale adolescenziale e ho dubbi persino sul mio cognome? Ci sono un po’ troppe domande in questo articolo… ma, come disse una volta il vecchio saggio Non-Mi-Ricordo-Chi “Le soluzioni si hanno dopo un lungo climax di domande”. -Tutti i diritti sono riservati a voicebookradio.com – Però, per scrupolo possiamo dire, ho fatto questa domanda anche a Didone:
“Cerca i tuoi idoli, qualcuno in cui vederti. A me hanno aiutato per capire che stile volevo avere e di che tipo di persone mi volevo circondare. Cerca qualcuno che ti dia libertà di esprimere te stessə.” – Didone Giunta
Ma non dobbiamo mai dimenticarci che la risposta più esaustiva alla domanda “Chi sono?” è “Io”. Non è così scontato.
Written by: Aurora Vendittelli
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