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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ferragosto” – Samuele Bersani
Non ho mai capito perché ci si scambiano gli auguri di Ferragosto.
Ed è una cosa che si domandano in molti, in fin dei conti non è una festa comandata. Non è una ricorrenza specifica. Risale alla notte dei tempi questa tradizione, ma diciamoci la verità… sappiamo veramente perché facciamo gli auguri agli altri?
Valanghe di messaggi copiati in serie che intasano le chat, telefonate per sapere dove si trova questo o quell’altro amico. Cartoline virtuali scambiate sui social, tutti che ci tengono a fare sapere a tutti che stanno degnamente festeggiando.
Già dal 18 a.C. l’imperatore Augusto decise di concedere un periodo di riposo dopo i grandi raccolti delle settimane precedenti. Fu così che nacquero le Feriae Augusti. Il passo verso l’italico termine Ferragosto è stato breve.
E, se nell’antica Roma, si festeggiava con giochi, gare di cavalli e corse, negli ultimi secoli Ferragosto fa rima con gite fuori porta, grigliate in campagna, raduni in spiaggia o in montagna, purché si stia allegramente in compagnia.
D’altra parte sono anni ormai che a Pasquetta piove, quindi bisogna in qualche modo recuperare!
Ma non per tutti questo periodo. dell’anno coincide con leggerezza e allegria. Come ogni ricorrenza quasi “obbligata” si fanno un po’ i conti con le proprie malinconie. Si tirano le somme e ci si guarda un po’ indietro.
Lo sa bene Samuele Bersani che ha scritto qualche anno fa un brano che la dice lunga sulla sua tangibile nostalgia.
“A volte penso che Samuele sia dietro di me che mi spia. Tutto quello che dice ricade nelle piccole, infinitesimali cose di tutti i giorni. Grigi o luminosi non importa. Altri volte mi sembra che sia anche nel pulmino dei vecchi ricordi, dietro un’edicola, con la sabbia nelle tasche. Uno straniero che si fida della mia compagnia. Artista vero!” – Sergio, YouTube
E, fra un temporale pigro e passeggero e il sole che appare e brucia sulle regole dei tetti, si dipinge questo Ferragosto malinconico.
Nella versione di Sergio Cammariere, emerge ancora di più la nostalgia delle estati d’infanzia. Quelle in cui l’unico pensiero era scegliere il diario per il nuovo anno di scuola fra gli ultimi scampoli di villeggiatura –un tempo la chiamavamo così-.
E ce ne andiamo dritti nel 1966, quando d’estate spopolava il Cantagiro e portava ovunque le canzoni dell’Estate. Quelle che facevano ballare, ma anche innamorare. Era ancora il tempo dei lenti danzati guancia a guancia nelle balere e nei club delle località balneari. A raccontare un amore nostalgico e perduto ci pensò un giovanissimo Gianni Morandi. Anche per lui la Notte di Ferragosto si scontra coi ricordi. Ed è un ritornello disilluso, disincantato. Ma così tremendamente attuale ancora oggi.
Ci pensa lo Stato Sociale nel 2018 a portarci tutti in vacanza. In barba alla malinconia che prende alla gola molta gente a Ferragosto.
Grinta, energia e un testo che fa riflettere e ricorda un po’ i racconti di Rino Gaetano. Ci si prende un po’ in giro, ci si nasconde dietro qualche maschera, ci si etichetta di continuo. Ma alla fine il nucleo è uguale per tutti. Abbiamo bisogno di andarcene in vacanza!
Dai che siamo ancora in tempo. È vero, Ferragosto segna un po’ il passaggio e comincia la discesa verso settembre. Ma abbiamo ancora qualche giornata da goderci in libertà.
Quindi la parola d’ordine è “non molliamo” e continuiamo a ballare!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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