Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “I Feel Fine – The Beatles”
Monticolor, la prestigiosa società bresciana produttrice di filati pregiati, ha preannunciato, in occasione dell’ultima edizione di Pitti Filati che si terrà il prossimo giugno, la presentazione di “Feel Fine”, il suo primo filato in cotone turco biologico e pilling–free disponibile in ben 76 diverse tonalità.
Il tessuto in questione, nato all’interno della piattaforma “Colors for Life”, creata dall’azienda nel 2008, sarà adattabile sia per la composizione di capi maschili che femminili, idoneo a tutte le stagioni ed ha inoltre già ottenuto un’importante certificazione ancor prima di essere stato immesso sul mercato: si tratta della GOTS, che ne indica l’aderenza allo standard globale del tessile organico.
In un comunicato ufficiale Alberto Corti, co-fondatore di Monticolor nell’ormai abbastanza lontano 1993, insieme ai fratelli Vittorino e Fulvio Lanza, descrive Feel Fine così:
È un filato che va oltre la semplice materia prima […] è un progetto che ha richiesto importanti investimenti in ricerca e sviluppo, oltre che nei processi produttivi e logistici, e rappresenta l’impegno di Monticolor verso un nuovo modello di sviluppo in cui convivono attenzione per l’ambiente, rispetto per l’uomo e sostenibilità, per fare moda in termini ecologici ed etici, dall’origine al capo finito.
Con appena 45 dipendenti diretti, Monticolor è una tra le più forti realtà artigianali del Made in Italy a conduzione familiare, che in un’epoca sempre più tendente alla totale robotizzazione, sceglie di internalizzare tutti i processi produttivi nella sua unica sede, quella di Montirone (BS): dall’ufficio stile al team produttivo-tecnologico fino al marketing operativo, producendo oltre 2.500 varianti di filati in 282 nuances.
Nonostante il suo non trascurabile attaccamento ad una produzione tradizionale, quest’anno Monticolor decide di fare uno step ulteriore verso l’inevitabile futuro eco-sostenibile della moda: non solo puntando sull’innovativo Feel Fine, ma aderendo al progetto “Detox” di Greenpeace, col quale si impegna ad eliminare tutte le emissioni di sostanze chimiche dannose dalle proprie filiere produttive entro la fine del 2020; tanto che, per quanto riguarda le fibre rinnovabili, la società ha progettato filati fantasia di poliestere riciclato ottenuto da bottiglie di plastica post-consumo e recuperate da spiagge e fondali marini.
Post comments (0)