Un terribile episodio che si credeva possibile solo nei film distopici di fantascienza è accaduto proprio nel nostro paese. Il fatto in questione rappresenta un grande campanello d’allarme per la sensibilizzazione di tutta la popolazione riguardo l’utilizzo del digitale.
Una famiglia salentina non è uscita di casa per più di due anni, passando le giornate su internet e degenerando in un enorme degrado fisico e psicologico.
La figlia più piccola, 9 anni, è rimasta l’unica ad uscire ancora di casa ma solo per andare a scuola, mentre il padre, la madre e il figlio di 15 anni sono rimasti tutto il tempo in casa. Sono riusciti a sopravvivere grazie alla bimba, che dopo scuola faceva un po’ di spesa, comprando gli unici cibi di cui la famiglia si è nutrita per tutto questo tempo: merendine, biscotti e caramelle.
Senza l’intervento della scuola della bambina nessuno se ne sarebbe accorto e, come un film di fantascienza, sarebbero rimasti reclusi in casa fino ad un triste finale. Gli insegnanti, infatti, notando le condizioni trasandate della piccola, hanno contattato i servizi sociali, che sono così andati a casa dei quattro, trovandosi davanti uno spettacolo terribile.
La salute di tutti i componenti era in uno stato compromesso e le condizioni igieniche della casa precarie. Addirittura, il figlio di 15 anni non riusciva più a camminare a causa delle piaghe infette che aveva sui piedi: il ragazzo indossava le stesse scarpe da due anni nonostante porti ormai due taglie in più; è stato subito sottoposto, infatti, ad una terapia antibiotica con successiva riabilitazione, mentre l’intera famiglia sarà seguita da specialisti, al fine di guarire da questa terribile dipendenza da internet.
Questo problema si sta purtroppo diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo, ma in Giappone lo è già ormai da parecchi anni, sin dagli anni ’90. Chi soffre di questo problema ha anche un nome: hikikomori (isolarsi, in giapponese) e indica quegli adolescenti che si allontanano totalmente dalla società, lasciando la scuola e la famiglia, chiudendosi nelle loro camere, rifugiandosi nel mondo virtuale, arrivando anche a non mangiare. Nel 2015 erano circa 540mila i casi di hikikomori tra i 15 e i 30 anni, ma i numeri sembrerebbero aumentati, e di molto.
I sintomi di questa dipendenza sono il totale isolamento, l’eliminazione di ogni interazione sociale e il trascurare anche il mangiare, il lavarsi e il curarsi.
L’elemento di novità di questa storia è il coinvolgimento degli adulti, di entrambi i genitori.
Antonio di Gioia
Il presidente dell’Ordine degli Psicologi ha spiegato che forse l’origine del problema è da ricercarsi nella mancanza di punti di riferimento stabili per i genitori, che ha portato a confondere il reale con il virtuale.
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