Tutte le lingue storico-naturali sono espressione di quello che viene chiamato linguaggio verbale umano. Da questo punto di vista, non vi è alcuna distinzione tra le lingue e i dialetti: tutti i sistemi linguistici sono manifestazione specifica del linguaggio verbale umano.
È possibile che, sulla base di queste considerazioni di ordine generale, l’Accademia della Crusca abbia preso in considerazione la possibilità di definire come corrette tipiche locuzioni del parlato proprie delle regioni dell’Italia meridionale, quali: Puglia, Campania, Sicilia ecc. O, almeno, questa era l’idea iniziale.
Esempi di espressioni gergali di derivazione dialettale quali “esci il cane” e “entra i panni“, erano quasi sul punto di essere riconosciute, a tutti gli effetti, come ammissibili e corrette nella lingua italiana.
Eppure, benché quelle sopra citate rappresentino formule così tanto adottate e diffuse nelle conversazioni quotidiane, occorre specificare il perché, nonostante il loro ampio utilizzo, rappresentino, a tutti gli effetti, un errrore nella costruzione delle formule sintattiche.
Sin dai primi anni delle scuole elementari, infatti, ci viene insegnata la fondamentale distinzione tra verbo transitivo e verbo intransitivo. Il primo regge il complemento oggetto, espandendosi su un’entità specificata, il secondo esprime un’azione che il soggetto compie senza quella estensione.
Proprio osservando queste regole, frasi come “salimi la macchina” dovrebbero considerarsi scorrette. Eppure, secondo quanto affermato dal Presidente Claudio Marazzini, si era davvero pensato di considerare queste locuzioni come corrette. Tuttavia, la prima nota di data 11 gennaio 2019 è stata ben presto corretta.
L’Accademia della Crusca, dunque, ammette sì una sorta di tolleranza all’errore nel linguaggio parlato e familiare, ma ribadisce come sia assolutamente da correggere nell’uso scritto e formale.
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