Nel XXI secolo si è fatto pressante il problema dell’ecosostenibilità: per troppi anni l’uomo ha sfruttato in maniera indiscriminata le risorse naturali, e ha sconvolto i fragili equilibri del pianeta. Adesso sia i governi che i privati stanno correndo ai ripari per poter rendere tutte le attività a minor impatto ambientale, e questo è ciò che sta facendo anche Eni.
Il colosso dell’energia ha infatti deciso di dare il via ad una sperimentazione molto particolare nel comune di Taranto: nella città pugliese dal primo Marzo al 30 Agosto, i mezzi pubblici e quelli per la raccolta rifiuti impiegheranno biodiesel Enidiesel+ ottenuto parzialmente dall’olio di frittura esausto. Il progetto vede coinvolti il Comune, Eni, AMAT (Azienda per la Mobilità dell’Area di Taranto) e AMIU (Azienda Multiservizi e Igiene Urbana di Taranto)
Il piano inoltre prevede anche un sistema di raccolta dell’olio di frittura esausto su ampia scala, che verrà poi utilizzato nelle bioraffinerie di Eni di Venezia, a Porto Marghera, e in futuro a Gela. L’olio sarà impiegato per la produzione del biodiesel Enidiesel+.
Sull’intera sperimentazione vigilerà l’Istituto Motori del CNR, per valutare anche se effettivamente il biodiesel Eni riesca a ridurre le emissioni prodotte dalle auto, e aumenti le prestazioni dei motori che impiegano questo carburante.
Giuseppe Ricci, Chief Refining & Marketing Officer di Eni, spiega gli obiettivi che la multinazionale vuole raggiungere tramite questa sperimentazione:
Oggi il nostro obiettivo è ridurre progressivamente, fino ad azzerare, l’utilizzo di materie prime edibili, compatibilmente con il rispetto delle obblighi normativi imposti dalle normative europee e nazionali in merito ai biocarburanti e con le disponibilità di materie prime alternative cosiddette “avanzate”, sulle quali come Eni stiamo investendo molto in ricerca. Con l’accordo siglato con il Comune di Taranto e le sue aziende municipalizzate, città nella quale abbiamo una delle nostre raffinerie più importanti, confermiamo l’impegno per lo sviluppo dell’economia sostenibile e consolidiamo l’impiego di un rifiuto, l’olio di frittura, come materia prima importante per la produzione di Enidiesel+.
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