Mercoledì 17 Aprile, alle ore 9, si è tenuto presso la sede principale ENEL di Roma un evento ad alto contenuto di rosa, ma dalla sostanza tutt’altro che frivola: un incontro dedicato alle studentesse che si avvicinano all’importante momento della scelta della facoltà universitaria e dunque del loro avvenire, per aprire loro gli occhi davanti al ventaglio di opportunità che troppo spesso vengono loro celate dai condizionamenti sociali.
Le cose stanno cambiando, questo il punto di partenza da cui le molte ospiti, presentatrici e dipendenti che hanno calcato il palco di Enel women in tech hanno preso spunto per mostrare a queste giovani menti quanta necessità vi sia di una maggiore presenza femminile nelle cosiddette discipline STEM, rampe di lancio fondamentali per l’evoluzione dei lavori del futuro.
Vogliamo fornirvi il maggior numero di elementi possibile affinché facciate una scelta consapevole. (…) Vogliamo valorizzare la componente femminile nell’ambito dell’innovazione.
Così Cristiana Arcella ed Eleonora Cipolletta, dipendenti ENEL che in questa occasione vestivano anche i panni di presentatrici, hanno illustrato il focus dell’incontro, per poi lasciare lo spazio sul palco ai numerosi interventi che si sono susseguiti, tra cui è bene ricordare:
- Carlo Bozzoli, Direttore Global Digital Solutions ENEL
Unico uomo ad aver parlato sul palco, Carlo Bozzoli ha speso alcuni minuti illustrando con disarmante evidenza, dati alla mano, quanto paradossale sia che, nonostante per la legge di Moore l’innovazione tecnologica continuerà a crescere a livello esponenziale e dunque la domanda di figure esperte nelle discipline STEM subirà un analogo picco, si continui ad assistere ad una perdita di interesse per questo campo di studi nelle ragazze di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Ad incidere in questo triste sbilanciamento di genere concorrono vari fattori, tra i quali la pressione di amici e parenti, alcuni stereotipi duri a morire, una visione distorta delle suddette discipline, viste come “roba da maschi”, il temutissimo work-family balance ed il livello di competizione percepito: bisogna invertire la tendenza, e bisogna farlo ora.
- Luisa Arienti, amministratore delegato di SAP Italia
Nessuno come questa donna straordinaria è stato in grado di polarizzare l’attenzione su di sé durante l’evento: e pensare che è bastata la visione di un video di meno di 4 minuti di durata, in cui è emersa tutta la serie di condizionamenti che impediscono ad una ragazza di avere una percezione di sé paritaria a quella della controparte maschile. Condizionamenti che, guarda caso, hanno tutti in comune un unico aspetto: vengono dall’esterno, da persone che non sanno nulla di noi. Bisogna andare oltre le etichette che gli altri possono affibbiarci, cogliere le sfumature, accettare l’idea che una persona non è per forza solo “bianco” o solo “nero”, come dimostrano alcuni storici esempi, tra cui la vicenda dell’imprenditrice Luisa Spagnoli e dell’attrice e inventrice Hedy Lamarr.
- Angela Italiano, Business Analyst and Project Manager ENEL, e le sue cinque ospiti Lucia Chierchia, Floriana Ferrara, Marina Ruggieri, Katia Sagrafena e Claudia Pingue
Questa carrellata di interventi ha visto alternarsi sul palco sei straordinarie donne provenienti da ambiti lavorativi piuttosto differenti tra loro, ma accomunati da un dettaglio non da poco: la lotta contro l’iniziale scetticismo di alcuni, la caparbietà e la capacità di sapersi reinventare grazie alla quale ognuna di loro è stata capace di coronare il proprio sogno. Ciascuna di queste testimonianze ha rappresentato un punto di partenza verso un disegno più grande, il delineamento di quali saranno le nuove figure lavorative che nasceranno nei prossimi anni e di come arrivare più preparate e agguerrite che mai a ricoprile tali ruoli nel mondo dell’innovazione.
- Monica Parrello, direttrice risorse umane al Ministero dell’Economia e e delle Finanze
Articolo 3, comma 1 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono EGUALI davanti alla legge, senza distizione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Dunque, se è vero questo, perché sul lavoro accettiamo un’eguaglianza solo formale? Intorno a quest’arduo interrogativo ha girato l’intervento di Monica Parrello, come a voler esortare le giovani astanti a far sì che in un futuro ben più vicino di quello che si immagina non sarà più necessario porsi simili domande.
La fase conclusiva dell’evento, inframmezzata da un quiz nel quale è stato chiesto alle studentesse di indovinare tra varie opzioni quale fosse il “mestiere del futuro” di cui si occupavano cinque dipendenti ENEL, le quali hanno finto di avere particolari mansioni nel 2030, è stata incentrata sulla consegna dei premi: in primis, alla vincitrice della Challenge Enel women in tech, Linda Serra, successivamente ai tre progetti migliori realizzati dalle prime classificate delle varie scuole.
Ma il momento più significativo è stato quando alle ragazze è stato chiesto di pronunciare una citazione a testa di altrettante grandi scienziate del passato: forse, sentendo quelle parole così evocative provenire dalle voci delle loro coetanee, anche tutte le altre incominceranno a credere di più che, esattamente come qualsiasi altro individuo, hanno tutte le carte in regola per emergere e per fare la differenza in questo mondo.
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