Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “The Three Ravens”- Sara Leonard
“Una parola muore appena detta: dice qualcuno. Io dico che solo in quel momento comincia a vivere.”
Voler togliere la è come voler sottrarre la parola, ed è così che Emily Dickinson, poetessa inquieta, ribelle e stupefacente alla calma passionale, come è intitolato il film dedicato a lei, scritto e diretto da Terence Dawies, descrive sé e la sua poetica.
Emily Dickinson, una poetessa luminescente ed oscura
Una vita composta e macchiata di luci ed ombre, marcata di eccelsa grandezza. Naque nel 1830 in Massachussets, da una famiglia di solide tradizioni puritane.
Trascorse un’infanzia serena, agiata, nella casa ad Amherst. La poetessa, capace di viaggiare in profondità all’interno della sua camera come solo i grandi artisti sanno fare. Nell’isola felice della sua stanza, come la descriveva Emily Dickinson, da dove la fantasia sente di poter spaziare ovunque.
Una donna refrattaria agli spasimanti e fuori dagli schemi. Una voce distante e presente, ma silenziosa . Una poetessa che tenta di sopravvivere alla tenacia delle sue parole scritte all’interno di una poetica dolce, ma labile.
C’è un elemento caratterizzante di Emily Dickinson, il quale viene discusso ed enfatizzato anche nel film A quiet Passion: la separazione, la sospensione e la distinzione di un’anima.
La figura della poetessa si configura subito nella sua separatezza dai gruppi, in modo da poter esprimere un rifiuto tenace e un limpido dichiarare di una qualche appartenenza al mondo.
Trailer del film di Terence Davies, A quiet Passion.
Alla tenera età di venticinque anni si ritirò così a vita solitaria e cominciò a dedicarsi alla poesia. Ciò era da leivisto come un cammino di crescita spirituale verso l’intima conoscenza di sé e per meglio penetrare il senso della vita.
Il motivo per il quale abbia fatto questa scelta ampiamente restrittiva sulla sua vita sociale e personale rimane ancora un’incognita.
Alcuni studiosi dicono si tratti della fine di un’amore contrastato, ma probabilmente Emily D. maturò l’idea di non poter avere una stabilità nei rapporti umani e con il mondo, quindi si dedicò alla sua unica missione: la poesia.
La bipolarità poetica di Emily Dickinson e il suo fascino ribelle:
La forza della sue parole continuano a sopravvivere, anche dopo la sua morte, ma la sua figura ed espressione poetica verrà apprezzata più tardi, perché venne oscurata dall’ondata del Realismo.
Rimbaud l’avrebbe descritta in questo modo “dunque il poeta è veramente un ladro di fuoco”, proprio come la sua poetica: familiare, prettamente legata al contesto vita-morte della natura, ma essenzialmente trasgressiva, soprattutto nella metrica e nella sibillazione.
Scoprì da giovanissima la vocazione della poesia, passione che la spinse a chiudersi in sé, e a creare una poetica sciolta da ogni legame prigioniero di sé stesso, volto all’unico valore ribelle e reale della vita: la libertà.
Il principio cardine, quello per il quale verrà creata la sua indipendenza poetica e vitale, nacque da una ribellione nei confronti del padre, della famiglia e degli esempi puritani che gli venivano tramandati.
Sarei forse più sola, senza la mia solitudine. Così si cita Emily Dickinson
Perché una donna può essere solo silenziosamente ribelle e tuttavia rimanere sola, oppure cedere e conformarsi, arrendersi, in una guerra già persa in partenza.
Ed è attraverso la forza della sua rivoluzione, esercitata tramite la lingua poetica, e secondariamente con le scelte dell’abbigliamento, che si esprime questa intransigenza provocatoria che slitta nella libertà dell’opinione.
Amore, natura, morte, eternità, sono i temi che la Dickinson riduce a una misura tutta particolare, trasformando ciò che è grande e remoto in umile e familiare e viceversa.
È tutto ciò che ho da offrire oggi
Questo, e il mio cuore accanto
Questo, e il mio cuore, e tutti i campi
E tutti gli ampi prati
Accertati di contare – dovessi dimenticare –
Qualcuno la somma potrà dire
Questo, e il mio cuore, e tutte le Api
Che nel Trifoglio dimorano.
Emily Dickinson
Rendiamo omaggio oggi, il giorno del suo compleanno, ad una donna con l’anima di fuoco, una penna ribelle, innamorata della vita. Lei, nella sua piccola prigione di carta e lettere, aveva eretto un mondo che, anche su consigli altrui, decise di nascondere, celare, e non pubblicare.
Una donna che nell’Ottocento venne sminuita perché la sua lirica non avrebbe avuto successo, ed apprezzata solo negli anni del ‘900. Un personaggio femminile da esempio ad oggi e per l’eternità, poiché ci insegna che la poetica e la sua vita non hanno bisogno di pareri esterni per convalidare la sua identità e i valori in cui crede.
Massimo Ranieri riparte con il nuovo disco Qui e adesso uscito il 27 novembre, uno show omonimo in tv iniziato il 3 dicembre e altri tre progetti che scalpitano. L'arte e la musica non possono avere briglie e freni.
Post comments (0)