Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Wicked Game” – Chris Isaak
“Il grande torto della natura è di non aver saputo limitarsi ad un solo regno. In confronto al vegetale, tutto appare inopportuno, fuori luogo.
Il sole avrebbe dovuto imbronciarsi all’avvento del primo insetto, e sloggiare all’irruzione dello scimpanzé”
Chi è il pessimista? Spesso si tenta di rispondere a tale domanda con una risposta del tutto superficiale: colui che vede il bicchiere mezzo vuoto. Sebbene sia una metafora, non è sempre detto che come tale essa possa riassumere ciò a cui si riferisce, in questo caso la vita. Oggi 8 aprile nasceva in Romania Emil Cioran, intellettuale noto per il suo pensiero fortemente pessimista. Sono sue le parole riportate a inizio articolo. Parole decise, invettive, che condensano solo in parte il suo pensiero. Tali parole sono contenute nella raccolta di aforismi L’inconveniente di essere nati, un titolo suggestivo e quanto mai cupo. Quando parliamo di Emil Cioran non possiamo non parlare di antinatalismo, una dottrina che sembra quasi travalicare i confini etici che molti pessimisti si erano autoimposti e che vede nella nascita qualcosa di negativo.
“Aver commesso tutti i crimini, tranne quello di essere padre”
Per Emil Cioran la nascita è una maledizione, la vita sembra insostenibile, tutte le certezze crollano e non rimane che la stanchezza, la pigrizia. Tutto diventa futile.
“Quella che definiamo “saggezza” è in fondo solo un perpetuo “ripensandoci”, cioè la non azione come primo impulso”
Emil Cioran scrive per esorcizzare tale sofferenza e non è quindi un caso che molti dei suoi scritti siano raccolte di aforismi, turbini di pensieri più o meno connessi tra di loro. Cioran riflette sul mondo che lo circonda, o meglio, ha riflettuto e getta nell’aforisma la sua conclusione. L’intellettuale rumeno è un pessimista, ma sarebbe sbagliato inquadrarlo nel solito stereotipo della persona costantemente triste, cupa in volto, che si aggira per le strade contagiando con la sua negatività la gente che gli sta intorno. Emil Cioran semplicemente ci spiega cosa non sembra andare nella vita, alla costante ricerca in realtà di qualcosa di più, qualcosa che poteva essere e non è stato. Ed è per questo che è insoddisfatto della vita, è stanco perché gli stimoli che lo circondano sono illusori.
Ma una cosa va detta: Emil Cioran usa la scrittura per “guarire” i suoi mali, ma allo stesso tempo, forse inconsciamente, ha voluto darci qualcosa, facendoci vedere qualcosa che prima non riuscivamo a vedere. Tutto ciò ci rende più consapevoli e ci permette di prendere le cose con più leggerezza.
Il pessimista non guarda il bicchiere mezzo vuoto, ma si domanda perché sia solo mezzo pieno.
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