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Soundtrack: “Contessa”- Enrico Ruggeri
“Quando la scienza scoprirà il centro dell’universo, un sacco di persone saranno dispiaciute nello scoprire che non si tratta di loro.”
Probabilmente già conosci una persona adatta alla celebre citazione del fumettista Bernard Baily. Una persona quindi che crede che qualsiasi cosa accada, venga detta o fatta, abbia a che fare con lei: una persona egocentrica.
E se la frase non era questa, magari era “è così egocentrico che ad un funerale vorrebbe essere il morto”. Oppure una di quelle che preferisco, ma questa è detta da un egocentrico: “Ma ora parliamo un po’ di te. Mi ami?”.
Sì insomma, tutti conosciamo gli egocentrici. Sono una categoria che rende fertile la fantasia degli scrittori e infatti esistono tonnellate di aforismi su di loro. Talmente tanti che dovremmo chiederci se non siamo proprio noi gli egocentrici che hanno ispirato l’aforisma in qualche scrittore.
Se non te lo sei mai chiesto probabilmente non sei una persona molto egocentrica… io invece… ehm. Ora ci penso.
Esaminiamo la parola?
Ma, dilemmi esistenziali a parte, esaminiamo la parola: egocentrico è composta da “ego”, cioè io, “centro” ed il suffisso derivativo “-ico”. È quindi l’aggettivo che identifica chi mette sé stesso al centro, ma al centro di cosa?
Un po’ di tutto: da quel che accade loro intorno a quel che le altre persone stanno pensando o dicendo e così via…
L’egocentrico tende a pensare che tutto sia riferito a lui, sia in sua funzione.
Ogni egocentrico è certamente già convinto di essere importante ed unico per vari motivi. Bellezza, intelligenza, popolarità, ecc. Ma gli farà piacere scoprire che anche essere egocentrici è una particolarità degna di nota!
O meglio: egocentrico è una parola particolare per via della curiosa relazione che ha col suo opposto… altruista?
No, non opposto nel significato comune, ma opposto etimologico: eccentrico!
Lo so: non è al 100% corretto dire che siano “opposti etimologici”, infatti eccentrico in geometria o in astronomia ha un altro senso. Ma parlavamo di persone – non esistendo pianeti egocentrici – ed ora spieghiamo perché i due termini, riferiti alle persone, sono opposti!
Capiamolo in senso lato, poi vediamo come applicarlo alle persone: eccentrico viene dall’unione del prefisso greco “ex-“, che significa “da” o “fuori”, con la parola “centro” ed il suffisso “-ico”.
Insomma parliamo di qualcosa (che va via, che è fuori) dal centro, o distante dal centro.
Questa parola nasce in geometria, definendo ad esempio due cerchi sovrapposti ma che non condividono lo stesso centro. Al contrario di due cerchi concentrici, ecco, il vero opposto etimologico sarebbe questo-, ma ora parliamo della persona.
È eccentrico chi è… distante dal centro? Sì, ma inteso come norma, consuetudine: la persona eccentrica si mette ai margini, o lontano dal centro, non in mezzo, di ciò che è comune a tutti, normale. In questo senso è l’opposto di egocentrico, cioè chi si mette al centro.
Be’ a volte sì, ma c’è anche chi ci vede qualcosa di più: Bertrand Russell ad esempio diceva “Non avere paura di essere eccentrico nelle tue idee, perché ogni idea ora accettata è stata una volta considerata eccentrica”. Cosa molto saggia che ci fa riflettere sull’importanza del nostro punto di vista.
Ma perché dicevo che egocentrico ed eccentrico sono opposti con una curiosa relazione? Perché, con buona pace del caro Bertrand, pensando ad una persona eccentrica, molti immaginano proprio qualcuno bizzarro. Che probabilmente non lo è suo malgrado ma si impegna ad esserlo.
Magari uno che gode se risultando strano colpirà molte persone che parleranno di lui, lo guarderanno e lo metteranno al centro delle loro attenzioni. Perché non vede l’ora di mettersi al centro, sì: a volte un eccentrico è anche egocentrico… allontanarsi dal centro e ritrovarsi a coincidere: i due opposti nella stessa persona!
Certo non tutti gli egocentrici sono eccentrici: alcuni sono assolutamente convenzionali per aspetto e idee, e non tutti gli eccentrici sono egocentrici. Ma i due insiemi in parte coincidono, o per meglio dire si intersecano.
Questa curiosa intersezione ci può far riflettere: ricordiamoci che le parole non sono la sostanza delle cose! Sono etichette che noi attacchiamo a ciò a cui vogliamo dare un nome.
Puoi etichettare minuziosamente il contenuto di uno scatolone per sapere esattamente cosa contiene oppure usare una descrizione grossolana, non adatta ad ogni singolo elemento nello scatolone.
Ad esempio, se fossi una persona di stile, potrei avere uno scatolone etichettato “abiti eleganti sartoria” dove tengo appunto gli abiti su misura che faccio fare al sarto. Ma anche un costume di carnevale fatto dallo stesso sarto che non metterei in una situazione elegante. E in generale dovrei tenere gli abiti in un armadio, ma non sono davvero una persona di stile e sto traslocando.
Se conosco la storia del mio scatolone, dei miei rapporti con il sarto, non c’è problema. L’etichetta sbrigativa mi evita di crearne una più complessa o di fare più scatoloni, senza rischiare di confondermi e mettere il costume alla cena di gala. È il caso di egocentrico, che da termine relativo alla geometria o alla disposizione di qualcosa nello spazio è oggi descrive anche una personalità, per di più in un modo equivoco.
Altra riflessione utile? Riprendendo Bertrand Russell, diffida di chi ride di un’idea eccentrica senza averci riflettuto abbastanza!
Written by: Emiliano Venanzini
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