Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “When My Heart Beats Like a Hammer” – Eric Clapton feat. B.B. King
La morbidezza è il fil-rouge della giornata, e il suo immediato riflesso è nel blues prima ancora che nel jazz. Sarà la blue note leggermente calante che non impatta l’ascoltatore come il ben più chiassoso diesis di una scala maggiore. Arriva di soppiatto, intonata da un sassofono in un bar semivuoto. È morbida, ma al tempo stesso tradisce una certa malinconia.
The Thrill Is Gone – B.B. King
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Basso e pianoforte e si rincorrono in The Thrill Is Gone, supportati dall’immancabile Lucille, la chitarra del re del blues B.B King. Tonalità in minore, che spesso ha il demerito di essere associata a brani tristi e lenti. Lasciata dal benzinaio sotto casa? Brano in minore. Il commesso del supermercato ha fatto l’occhiolino alla ragazza prima di te? Brano in minore.
“Although I’ll stive live on/ But so lonely I’ll be”
Gli accordi in maggiore vanno lasciati alle vittorie. B.B. King rivendica il diritto di essere triste. L’amore è solo un ricordo: la morbidezza degli archi rincorre il passato, quando quel brivido era ancora vivo. Che poi, gli archi furono un’aggiunta tardiva. A B.B. King nemmeno piaceva il brano: fu il produttore a chiamarlo alle quattro di notte per suggerirglielo. A quell’ora, dirà lui, avrebbe detto sì a qualsiasi cosa. Anche noi.
Drown in my Own Tears – Ray Charles
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Viva la vita, verrebbe da dire. Il blues non è musica da jogging, è per i cuori spezzati che hanno bisogno di un abbraccio. Ray Charles è uno di loro: il vociare basso del sassofono trascina la fine di una relazione chiusasi in lacrime.
“I’m so blue here without you/ It keeps a-raining more and more”
Blue è un’espressione idiomatica usata per indicare l’essere tristi. Anche il blues rock, molto più ritmato, spesso nasconde testi tremendi, di storie andate male o di insulti tra coppie. Il tutto condito dalla morbidezza di un sassofono o di un contrabbasso che a volte è più uno schiaffo che una carezza. Hit the road Jack è letteralmente una donna che caccia fuori di casa il marito. In fin dei conti però, se non ci fossero stati tutti questi cuori spezzati la musica non sarebbe mai arrivata ad oggi.
Stone Crazy – Buddy Guy
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Un nome che alle prime non dice nulla, a meno che non si è appassionati del genere. Eppure la lista degli artisti che ha influenzato è sconfinata: Eric Clapton, Jimi Hendrix, Jimmy Paige, Keith Richards. Tutti nomi su cui si basano le fondamenta del rock. Il blues in fondo è il suo papà, meno incattivito: ed è riconoscibile dai primi istanti di questo brano.
“Tears rolling down my eyes/ Yes I sit here in my dark room“
Buddy Guy anticipa tutti gli stilemi delle prime decadi del rock ed è subito riconoscibile dal suo modo di suonare la chitarra senza mezze misure. Da arpeggi morbidi che ricadono nelle malinconiche blue notes ad assoli frenetici che vengono tagliati improvvisamente.
È tutto il resto ritornerà ogni martedì e giovedì sempre qui su voicebookradio.com. Non vi resta che premere play per ascoltare La voce della radio, in onda dalle 16 alle 17 a braccetto con questa rubrica.
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