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Musica

È tutto il resto: Stressed Out e la fatica di crescere

today8 Giugno 2021

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: ”Stressed Out” – twenty one pilots

Si dice che i giovani salveranno il mondo, o lo distruggeranno. Dipende dai giorni: l’Italia è cintura nera in voltagabbana quando si tratta di parlare dei ventenni. Sono un’eterna categoria in emigrazione. Tutti si chiedono puntualmente il problema: non c’è lavoro, non hanno voglia di far nulla, una volta non si era così fragili, dovrebbero reintrodurre la leva militare. È interessante prestare di volta in volta l’orecchio durante la sagra dei luoghi comuni, perché si manifesta un tratto caratteristico dell’italiano medio: lamentarsi dei problemi senza andare alla radice. Un esempio recente è stato quello di un albergatore che sui social si è lamentato dei giovani perché preferirebbero il reddito di cittadinanza piuttosto ad un onesto lavoro di due euro all’ora. I giovani sono una generazione di sdraiati, ombre spezzate a metà, insicuri, indecisi. Ovunque la si giri sono sempre il problema di qualcosa.

Stressed Out

Nella primavera del 2015 un duo americano fa dell’insicurezza una bandiera. I twenty one pilots pubblicano Stressed Out, un brano sullo stress emotivo mascherata da hit. Parte dell’album Blurryface, che li lancia nel mainstream in via definitiva, è un brano prudente con un beat che strizza all’old school. Ogni traccia del disco però sottolinea la volontà di costruire un sound che si divide tra lo strizzare l’occhio alle classifiche e la spinta artistica di creare qualcosa di realmente originale. Tear in my heart cade sulla seconda categoria: è un pezzo rock in apparenza ingenuo che si giostra su repentini cambi di ritmo per poi sfumare sul più intimo.

Video musicale 

Stressed Out è il pezzo sicuro, destinato a sfondare le radio: basso, batteria, un semplice accordo in levare. Una melodia a presa rapida, la miscela perfetta per restare in testa, fino al ritornello che si fa cantare facilmente. Non è innovativo, ma nemmeno banale. Abbraccia gli anni novanta con una malinconia infantile che ogni ventenne troppo cresciuto costretto di punto in bianco a diventare adulto senza le istruzioni per l’uso. 

Wish we could turn back time

To good old days

When our mother sang us to sleep, but now we’re stressed out

Stressed Out

Sul primo verso Tyler sottolinea come accanto a singoli spavaldi -come il recente Shy Away– fa da contrappeso l’insicurezza. Vorrebbe fare brani più belli, cantare meglio, scrivere accordi più originale per creare canzoni mai sentite. È a un bivio: ormai è arrivato all’età promessa, in cui tutti i problemi e le incertezze dovrebbero essere scomparse. Era quello che gli avevano promesso. Invece sono ancora lì. 

We used to play pretend, give each other different names 

We would build a rocket ship and the we’d fly it far away 

Used to dream of outer space, but now they’re laughin’at out face

Saying, “Wake up, you need to make money!”

Quando l’incertezza prende piede nasce la voglia di perdersi nei ricordi della gioventù, anche nel momento più roseo di una carriera musicale. Ma non si può vivere di sogni, perché poi c’è la vita adulta, simboleggiata dal coro di adulti sprezzanti che urlano ai giovani scansafatiche “Sveglia, devi fare i soldi!”. Bisogna crescere, ma con consapevolezza. Non è un traguardo che si raggiunge con il comando del primo adulto che passa, e  non è una medaglietta che viene data automaticamente alla maggiore età. Si cresce quando si sconfigge Blurryface, simbolo delle nostre ansie e paure. 

Leggi anche – È tutto il resto: con Delta Kream i The Black Keys abbracciano il Mississippi

Written by: Mariahelena Rodriguez

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