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Musica

È tutto il resto: scommettiamo che i Supertramp non riescono a sfondare in America?

today22 Luglio 2021

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: ”Goodbye Stranger” – Supertramp

Chiamare i Supertramp una band atipica sarebbe quasi un complimento. Il gruppo di Rick Davies, che oggi compie gli anni, nasce grazie ad un mecenate olandese. Menomale che il rock doveva essere una ribellione contro il sistema. Non sono più gli anni 60, e persino le ribellioni anarchiche del punk precedente sono gestite ad arte da manager di lunghe vedute.

Supertramp

Gruppo a metà tra il prog-rock morente e il fascino dei sintetizzatori negli anni 80, oggi sono una memoria persa nelle cantine immaginarie dello zio collezionista di vinili. I Supertramp sono stati in tutto e per tutto un ciclone che ha sconvolto il mondo e che si è spento altrettanto velocemente: la frattura da Rick Davies e Hodgson li ritrasforma in gruppo di nicchia. Un effetto boomerang sottolineato anche dall’ironia non voluta del titolo di un album del 2001, Is Everybody Listening.

Un miliardario olandese prende sotto la sua ala un musicista che gli sembra bravo, ma che fa fatica ad emergere, Rick Davies. Il nuovo astro nascente, incoraggiato dalla nuova possibilità, scrive un annuncio su una rivista e trova la sua band pronta a sfondare le classifiche al primo singolo. I Supertramp sembrano un gruppo destinato a seguire la favola del successo immediato, come nei film. Quando pubblicano il loro primo disco nel 70 la speranza sfuma sul nascere. Il loro prog-rock fatica ad emergere nella casa della regina dominata da titani dalla tecnica virtuosa: gli Yes e i King Crimson fanno paura. Allora si rimescola la formazione, si cambia genere, ma ancora nulla da fare. Il successo nella madrepatria lo conquisteranno solo al terzo album, ma è la conquista dell’America che stupisce.

Video

È il 79 e Rick Davies ha visto tramontare le prime ondate prog e punk. I negozi stanno mettendo in commercio delle astronavi che promettono di cambiare il corso della musica. La band incide Breakfast in America quasi per gioco, carichi dell’ironia disincantata di chi ha dovuto pubblicare tre album prima di spuntare sulle classifiche in madrepatria. Davies fa una scommessa con il batterista: cento dollari che l’album non raggiunge la quinta posizione delle classifiche. È quello che succede, perché Breakfast in America arriva alla prima posizione e ci resta per sei settimane. I Supertramp hanno compiuto il delitto perfetto: il prog e le sue sperimentazioni vengono date in pasto ai comuni mortali e si vestono di una patina pop.

Breakfast in America si spoglia della complessità musicale dei lavori precedenti della band, ma ciò non implica banalità. Ogni brano è pop nella sua resa melodica scintillante di falsetto, tastiere, fiati e chitarre. Ritornelli bislacchi, accattivanti, ironici e che sanno di esserlo. L’America dei Supertramp è falsa e plasticosa come la copertina, al punto che il ritornello di Goodbye Stranger più che smielato sembra una presa in giro piccata e sarcastica. Il falsetto alla Bee Gees non fa che completare il quadro: Rick Davies è sulla vetta del mondo, anche se per poco.

 Leggi anche – È tutto il resto: Oye Como Va, Santana?

Written by: Mariahelena Rodriguez

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